Welfare a 360 gradi innovazione agricola e Workers buyout

«Il protagonista della Lombardia sarà messo alla prova nei prossimi anni. Siamo davanti a problematiche su cui occorrono scelte strutturali: competitività e transizione green, sanità territoriale, efficienza energetica e innovazione digitale, autonomia, connessione tra area metropolitana e aree interne, rigenerazione urbana, tutela del territorio e valorizzazione delle Dop».
A tracciare l’elenco delle priorità è Massimo Minelli, presidente dell’Alleanza della Cooperazione Lombarda che riunisce Confcooperative, Legacoop e AGCI. Un sistema di imprese che rappresenta 3633 cooperative lombarde, con un volume d’affari di 16 miliardi di euro e 143mila occupati.
«La Lombardia è stata la regione più colpita dal Covid – spiega – e la pandemia ha evidenziato tutti i limiti nella gestione della sanità territoriale e messo in discussione l’eccellenza ospedaliera lombarda. Serve un cambio di passo. La nostra risposta è il “welfare a 360°”, un approccio di prossimità che connette servizi e territorio, vicino alle comunità, personalizzato e differenziato sui vari profili di fragilità».
Un secondo tema è il Workers buyout (Wbo), con un sostegno ai progetti avviati dai dipendenti per rilevare un’impresa in crisi e salvarla dal fallimento, spesso creando una cooperativa di lavoratori. «Chiediamo alla Regione Lombardia – sottolinea Minelli – di integrare gli investimenti nazionali con fondi regionali mirati a sostenere l’autoimprenditorialità in forma cooperativa nei casi di crisi aziendali, fallimenti o situazioni in cui l’assenza di ricambio generazionale determina la chiusura dell’impresa. In Lombardia sono state oltre 50 le imprese salvate dai lavoratori. Nel 2021 Alleanza della Cooperazione Lombarda ha inoltre firmato assieme ai sindacati regionali Cgil, Cisl e Uil un protocollo con linee guida per intercettare e promuovere lo sviluppo di Wbo in risposta allo scenario di crisi economica legato alla pandemia».
Un terzo fronte è quello dell’innovazione agroalimentare. «La destabilizzazione dei mercati in seguito al conflitto russoucraino, il caro energia e le nuove sfide emergenti – aggiunge il presidente dell’Alleanza della Cooperazione Lombarda – chiedono un intervento deciso a supporto del sistema agroalimentare. La cooperazione chiede a Regione di mantenere nel Psr strumenti che facilitino la promozione di filiere integrate così come avvenuto nel mandato appena concluso e che oggi non sono ancora riconfermati nel nuovo Piano di Sviluppo Rurale. Investimenti che devono necessariamente concentrarsi sulla trasformazione delle imprese in chiave green e digitale a tutela di una filiera, quella della DOP Economy, che in Lombardia spicca per la produzione in primis di Grana Padano. Eccellenza che vede la cooperazione giocare un ruolo predominante con il 60% di latte raccolto e il 70% di Grana Padano prodotto».