«Siamo noi il made in Italy. Ora politiche a misura di artigiani»

«Apriamo questo 2023 con una nota di speranza. Infatti, i dati pubblicati in questi giorni da Unioncamere stimano per l’Emilia-Romagna una crescita, nel 2023, dello 0,6%, superiore alla media nazionale, che si attesterà sullo 0,4%. Certo, non parliamo di numeri esaltanti, ma di un dato che allinea l’Emilia-Romagna all’area Euro, allontanando i venti di recessione, che sembravano prossimi a investire l’Italia. Un segnale di speranza che ci spinge a proseguire nella strada avviata nell’anno appena concluso».
Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia-Romagna, è ben consapevole delle difficoltà con le quali l’economia italiana e quella regionale dovranno confrontarsi per tutto il 2023, ma è altrettanto pronto a cogliere i segnali positivi, pur piccoli, che si profilano all’orizzonte. Il 2022 è stato un anno contrastato, caratterizzato da un lato da una crisi energetica diventata drammatica dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e dall’altro da una crescita dell’Italia che è stata comunque superiore a quella di Cina, Stati Uniti, Giappone, Francia e Germania.
«Prima la pandemia e poi la crisi delle materie prime e la crescita esponenziale dei prezzi delle commodities energetiche non hanno di certo fatto tirare i remi in barca ai nostri imprenditori, che anzi hanno dimostrato una resilienza e una capacità di reazione incredibili – sottolinea Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna –. Questo è il momento di riconoscere al nostro mondo ciò che gli spetta; ci auguriamo quindi, da parte del governo nazionale, ma anche da quello regionale, uno sforzo altrettanto forte, a cominciare dall’utilizzo delle risorse del Pnrr (il piano nazionale di ripresa e resilienza), per avviare un nuovo corso di politiche economiche a misura di artigiani e delle piccole e micro imprese. Le nostre aziende, infatti, sono quelle che mantengono vivo il made in Italy».
La crisi energetica, l’aumento dei prezzi e la ridotta reperibilità delle materie prime, le difficoltà nel trovare manodopera qualificata: sono i principali rischi per la crescita nell’anno che si è appena aperto, ai quali si aggiunge un rallentamento del commercio internazionale e anche delle esportazioni.
«Il lavoro deve essere il tema centrale dell’azione di governo, con delle politiche attive che creino le condizioni positive di incontro tra la domanda e l’offerta, e politiche dell’immigrazione che tengano conto delle esigenze occupazionali italiane – aggiunge il segretario Renzi –. Quanto al contenimento dei costi energetici, apprezziamo l’impegno finanziario sia del precedente che dell’attuale governo, ma gli incentivi devono essere accompagnati da interventi per rendere il nostro Paese meno dipendente dai fornitori internazionali: rigassificatori, parchi eolici, estrazioni, ma anche incentivi allo sviluppo del fotovoltaico, ad esempio, attraverso le comunità energetiche».
«Se da una parte la nostra azione guarda al nuovo governo nazionale, dall’altra ci rivolgiamo alla nostra Regione, l’Emilia-Romagna, perché crediamo che un cambio di passo nei confronti del mondo della micro, piccola e media impresa debba partire proprio da quei territori la cui crescita dipende in maniera consistente dalle Mpmi – spiega ancora Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna –. Ci auguriamo dunque che alcune misure, come è stata quella sulla digitalizzazione dedicata espressamente al mondo artigiano, possano diventare la regola, così come, più in generale, chiediamo una parità di trattamento rispetto alle grandi imprese».