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«Imprese giovanili e nuove startup. Il nostro scudo contro la crisi»

Paolo Silenzi, presidente della Cna: Pil regionale in crescita grazie alla resilienza del sistema Pmi, bene anche l’export
di Chiara Gabrielli

Paolo Silenzi, presidente della Cna delle Marche, in epoca post Covid l’economia della nostra regione resiste ai colpi inferti dal caro energia?

«Imprese giovanili, femminili e startup sono la cintura di sicurezza del sistema produttivo marchigiano. Mentre calano le imprese con titolari over 50, cresce la voglia di mettersi in gioco dei giovani e delle donne e sono sempre più numerose le startup innovative. È grazie a loro se le Marche hanno resistito negli anni della crisi pandemica e tengono botta anche in questo freddo inverno dell’economia, tra inflazione, rischi di recessione e alti prezzi dell’energia e delle materie prime».

I numeri?

«Le imprese marchigiane under 35 sono 10.991, quelle femminili 37.146 e le startup innovative 393. Un contributo al Pil regionale viene anche dalle imprese guidate da stranieri, che sono 14.878. Negli ultimi due anni il Pil marchigiano è aumentato grazie a un sistema di piccola imprenditoria diffusa sul territorio, che ha dato dimostrazione di grandi capacità di resilienza. Dopo avere perso il 7,2 per cento nel 2020, in linea con l’Italia, il Pil per abitante nelle Marche è aumentato dell’8,5 per cento nel 2021 (la media nazionale è del 7,9 per cento). E le stime per l’anno che si è appena concluso indicano un’ulteriore crescita superiore al tre per cento».

Ci sono altri segnali positivi?

«Sì, la crescita dell’attività nei principali settori della manifattura regionale, a partire dal calzaturiero, e la crescita dell’export del 23,1 per cento nei primi nove mesi del 2022, al netto dell’export farmaceutico. Una frenata, sia della produzione che dell’export, si è registrata nell’ultimo trimestre del 2022, a causa dei rincari dell’energia e della difficoltà di approvvigionamento delle materie prime».

Quanto fa paura l’aumento dei costi?

«Un mostro si aggira per l’Europa e potrebbe colpire anche le Marche. Si chiama stagflazione, cioè il combinato disposto tra alta inflazione e recessione. Nell’anno in corso, secondo le stime di Codacons, l’inflazione comporterà per le famiglie marchigiane un aumento della spesa media di 3.229 euro. Allo stesso tempo l’aumento dei tassi di sconto da parte della Bce provoca un rincaro dei mutui e dei prestiti alle imprese per investimenti. In una tempesta perfetta, ecco il caro energia, i costi in crescita delle materie prime e dei trasporti. Sempre nella speranza che non torni dalla Cina la minaccia del Covid, con altre chiusure e lockdown».

E l’occupazione?

«È in aumento. Alla fine di settembre nelle Marche gli occupati erano 638.893, con un aumento di 22.377 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un incremento ascrivibile totalmente alle donne (più 24.492), mentre tra gli uomini gli occupati calano di 2.115 unità. Gli occupati aumentano nell’industria (più 4,7 per cento), nelle costruzioni (più 6,1) e nei servizi (più 3,8), mentre crollano in agricoltura (meno 11,3). Gli ultimi dati Excelsior sugli ingressi nel mondo del lavoro previsti nella regione per il trimestre gennaio-marzo 2023 sono positivi e mostrano per le Marche una crescita maggiore rispetto a quella che si prevede per l’Italia (più 15,5 per cento contro il 12,9). I settori che guidano la domanda di nuovi lavoratori sono nell’ordine il manifatturiero, il turismo e i servizi alle imprese e alle persone. Ma per il 48% delle imprese che prevedono assunzioni sarà difficile reclutare le figure professionali ricercate».

Che cosa bisogna fare per sostenere le imprese in un momento simile?

«È necessario snellire la burocrazia, favorire l’accesso al credito delle piccole imprese e degli artigiani, anche attraverso il finanziamento dei Confidi, coinvolgere le piccole imprese nell’accesso ai bandi del Pnrr, prevedere ulteriori tagli al cuneo fiscale e intervenire per calmierare i costi energetici e dei carburanti, che incidono sui trasporti e su tutta la filiera produttiva. Sono queste le misure che servono alle imprese per resistere e superare il 2023, in attesa di una ripresa che ci auguriamo arrivi prima della fine dell’anno, insieme alla pace in Ucraina».