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«Per le Marche una crescita che dà fiducia»

Il presidente di Confindustria Claudio Schiavoni: «Nel 2022 il trend continuerà, ma occorre intervenire per sostenere le nostre imprese»
di Francesco Moroni
Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche

Schiavoni, tracciamo un bilancio dell’anno appena concluso.
«Il 2021 è stato un anno caratterizzato da un forte rimbalzo dell’economia italiana, dopo la profonda recessione causata dalla pandemia, in particolare grazie all’avanzamento dei programmi di vaccinazione, alla progressiva rimozione delle misure restrittive e agli ingenti piani di stimolo orientati al sostegno a imprese e famiglie». Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche, analizza il quadro attuale nella regione.
«Il 2021 si è chiuso con una frenata dell’economia italiana, ma in media d’anno – aggiunge – : il Pil dovrebbe segnare un deciso rialzo rispetto al 2020 (+6,3%). Nella media del primo semestre del 2021 il prodotto marchigiano sarebbe cresciuto di circa l’8,5%, più che in Italia, anche se resta ben al di sotto di quello pre-pandemia, mentre nella media dei primi nove mesi del 2021, la produzione industriale ha registrato un incremento superiore all’11%. Rilevante è apparso il traino della domanda interna, ma i settori hanno beneficiato della ripresa in modo molto differenziato».

Ci spieghi meglio.
«All’interno dell’industria manifatturiera la dinamica dell’attività economica è stata superiore per la meccanica e per i beni per la casa (mobili ed elettrodomestici); nel comparto calzaturiero, particolarmente penalizzato durante la fase più acuta della pandemia, il recupero è stato modesto. Le esportazioni sono tornate a crescere, specie per il comparto meccanico».

Che fase si apre ora?
«Il trend di risalita del Pil italiano dovrebbe proseguire e a inizio 2022 è previsto completare il recupero dal livello pre-Covid. Preoccupano tuttavia la scarsità di commodity, i prezzi alti dell’energia, i margini erosi, l’aumento dei contagi. L’impatto dei maggiori costi energetici si scarica, soprattutto, sulle imprese industriali che devono fare i conti anche con la scarsità e i rincari di vari input produttivi, che si è tradotto in una brusca compressione dei margini operativi, data la difficoltà di trasferire ai clienti i rincari delle commodity ed è tendenzialmente maggiore nei settori più a valle, quelli che producono beni di consumo (calzature, abbigliamento e mezzi di trasporto), più vicini alla domanda finale».

In cosa si traduce questo?
«Questa situazione penalizza fortemente le imprese marchigiane: sia quelle più energivore come quelle della chimica, della lavorazione della plastica, del vetro e dell’alluminio, della carta e della stampa, ma anche quelle del ‘sistema moda’ e della casa, che hanno già dovuto affrontare gli impatti dei rincari sulle loro produzioni e sulla loro redditività. Tutto ciò rischia di comprimere le potenzialità di rilancio economico».

Cosa occorre?
«Fondamentale è intervenire poiché esiste per molti settori il rischio di perdere quote di mercato in modo irreversibile».

Come continua l’impatto della pandemia?
«La diffusione dei vaccini e i provvedimenti presi dal Governo hanno sicuramente attenuato gli effetti negativi della pandemia. Temo tuttavia che per i primissimi mesi dell’anno avremo ancora a che fare con un contagio diffuso, con conseguenti problemi all’interno delle aziende per gestire le malattie e le quarantene. Sono però fiducioso che presto tutti noi impareremo a convivere con questo virus: non possiamo permetterci di ricadere nel clima di incertezza e di paura che ha influenzato la nostra capacità di progettare e di guardare al futuro con rinnovata fiducia».

Su cosa occorre investire e porre attenzione, dunque?
«Serve prima di tutto un piano energetico che ci accompagni almeno per i prossimi 20 anni, senza dimenticare le tante sfide che attendono le imprese: far ripartire gli investimenti per la digitalizzazione, innovazione e ricerca, sostenibilità ambientale, presenza sui mercati internazionali, fattori questi che spingono la ripresa. Contiamo che le Istituzioni sapranno sfruttare al meglio tutte le risorse messe a disposizione dal Pnrr e dalla nuova Programmazione Comunitaria 2021-2027 per stimolare gli investimenti pubblici e privati e accelerare la ricostruzione post sisma. Prioritario per la nostra regione continua ad essere il potenziamento delle infrastrutture, precondizioni per la competitività dei territori e delle imprese. Collegamenti stradali, autostradali e ferroviari efficienti, un aeroporto integrato a livello nazionale e internazionale, un porto, quello di Ancona, ben valorizzato e connesso con il resto del territorio, piena copertura regionale con la banda ultra larga».