«Dall’export al fatturato, le nostre imprese sono al top»

Fatturato medio e numero di dipendenti delle imprese oltre la media nazionale, con il 50% di aziende esportatrici e un’incidenza dell’export sul totale del fatturato del 36%, oltre a un’innovazione strutturata per il 32,5% degli associati. A distanza di quattro anni dalla prima edizione, Confindustria Emilia Area Centro presenta una sintesi dei nuovi «Osservatori di filiera», realizzati in collaborazione con Crif sui dati delle imprese raccolti nel corso del 2022, analizzando i dati inerenti il periodo dal 2019 al 2021, che fotografano – secondo alcuni indicatori oggettivi – lo stato del tessuto produttivo locale, con un confronto puntuale sull’andamento delle aziende a livello italiano. Rispetto a quella del 2018, questa nuova edizione prevede tuttavia l’aggiunta di ulteriori parametri, utili per analizzare lo stato delle imprese, incluso il tasso di innovazione.
«Quando nel 2018 abbiamo lanciato, per primi in Italia, la costituzione delle venti filiere, lo abbiamo fatto basandoci sull’analisi del primo Osservatorio, perché questo nuovo modo di guardare alle imprese partisse da una lettura oggettiva per permetterci di elaborare delle politiche industriali mirate ed efficaci – puntualizza Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia Area Centro –. Oggi, alla luce della nuova analisi, possiamo dire che le nostre aziende mostrano eccellenze importanti e sotto molteplici indicatori si sono dimostrate un passo in avanti rispetto al resto del Paese. In particolare, la manifattura è il cuore delle nostre aziende, ma anche i servizi hanno una grande importanza: il ruolo, sempre più strategico, del digitale nelle imprese manifatturiere in questi ultimi quattro anni ha certamente contribuito a questa crescita».
Anche la seconda edizione degli «Osservatori» si pone l’obiettivo di offrire una panoramica aggiornata dell’evoluzione delle filiere: Confindustria Emilia Area Centro è stata infatti la prima territoriale del sistema di Confindustria, e più in generale dei sistemi di rappresentanza associativa, ad adottare lo schema organizzativo per filiere (venti filiere, di cui diciassette sono relative alla manifattura), mettendole a confronto con l’andamento del contesto economico italiano.
Oggi comprende oltre 3.400 imprese associate, distribuite tra le province di Bologna, Modena e Ferrara, e raggruppate in venti filiere: una comunità di aziende in grado di esprimere un fatturato di circa 75 miliardi di euro, impiegando 182mila collaboratori. In tutte le filiere, il fatturato medio e il numero di dipendenti medi delle imprese associate a Confindustria Emilia Area Centro superano la media nazionale: si va dai 10 miliardi dell’agroalimentare (14.647 addetti) ai 9,3 miliardi del settore «Facilities» (13.949 addetti) e al mezzo miliardo del comparto turistico, con 2.329 addetti.
Il 2021 ha registrato delle performance di fatturato e redditività in grande crescita, che hanno posizionato le aziende a livelli superiori rispetto a quelli del 2019. Di assoluto rilievo l’export delle imprese: considerando le società di capitali con un fatturato superiore a 500mila euro, oltre il 50% delle imprese associate sono aziende esportatrici, con un’incidenza dell’export sul totale del fatturato pari al 36%. I dati salgono significativamente considerando le dieci filiere «Top performer», nelle quali gli indicatori relativi all’export superano rispettivamente il 70% e il 40%.
Le imprese associate, inoltre, evidenziano dati ragguardevoli nell’indice di puntualità dei pagamenti (8,5 giorni di ritardo medi a fronte di una media nazionale di 24 giorni). Anche le abitudini di accesso al credito bancario fanno osservare delle differenze sostanziali: il 63,8% delle imprese ha richiesto un finanziamento nel 2021 e la quasi totalità l’ha ottenuto (93,1%), a riprova di una grande vivacità di progetti, da un lato, e di una diffusa e riconosciuta stabilità, dall’altro. Vale la pena di sottolineare, infine, come le aziende associate a Confindustria Emilia Area Centro siano state certificate come le più innovatrici: considerando infatti l’Innovation score di Crif, che valuta il livello di innovazione, il 32,6% delle imprese ha ottenuto uno, il punteggio massimo, conquistato soltanto dal 10,1% delle aziende con sede nel resto d’Italia.
E ancora: per gli investimenti effettuati in «Ricerca e sviluppo», per i brevetti registrati e per le tecnologie utilizzate, Confindustria Emilia Area Centro presenta una percentuale di assoluto rilievo di aziende ad alto livello di innovazione. Il dato evidenziato supera infatti il 43%, se consideriamo solamente le cosiddette filiere «Top Performer», ovvero digital, agroalimentare, automotive, chimica e farmaceutica, facilities, home e packaging.