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«Salvaguardare l’agricoltura è salvare il futuro»

Valentino Berni, presidente Cia della Toscana: «In dieci anni abbiamo perso 20mila aziende. I costi continuano a lievitare»
di Monica Pieraccini

E’ STATO UN ANNO difficile per l’agricoltura toscana, tra costi di produzione alle stelle, danni da selvatici e ungulati, crisi di mercato, aree interne abbandonate, emergenza idrica. Ma non è una novità. Secondo il Censimento Istat del 2020, la Toscana negli ultimi 10 anni ha perso oltre 20mila aziende agricole, passando da 72.686 a 52.146, con un calo superiore al 28%, e 640.111 ettari di Sau, Superficie agricola utilizzata, scesa del 15%. «Abbiamo visto scomparire l’agricoltura di montagna e lo spopolamento delle aree interne», sottolinea Valentino Berni, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana.

«Subiamo da sempre una marginalità minore rispetto ai nostri competitor della filiera agroalimentare; crisi di mercato, inflazione e speculazione». Di fronte alla fiammata del «carrello della spesa alimentare», alcuni prodotti simbolo del Made in Italy agroalimentare hanno visto i listini crollare. In un anno prodotti agricoli, cibi e bevande sono aumentati sullo scaffale del11%. Nello stesso periodo anche il prezzo della pasta di semola di grano duro è cresciuto al consumo dell’11%. E mentre si verificava ciò, il prezzo del grano duro Made in Italy è crollato del 40%.

«Una situazione paradossale – sottolinea Berni – che impone un cambio di passo da parte delle istituzioni per tutelare gli agricoltori e il loro reddito lungo la filiera. I margini per il raggiungimento dell’obiettivo ci sono. Dal campo alla tavola i prezzi crescono in media a tre cifre». Per fare qualche esempio: prendendo a riferimento il periodo agosto- settembre 2023: per un kg di pomodori 1,13 all’agricoltore e 3,73 euro il prezzo finale, aumento del +230%. Aumento del 246% anche per il latte: all’allevatore vanno 0,52 euro mentre il consumatore per comprare quel latte spende 1,80 euro. Le sfide del 2024? «Abbiamo bisogno di un piano strategico nazionale che vada su proposte mirate rivolte ad una attenzione del ruolo dell’agricoltore all’interno della filiera, del bisogno di avere acqua per usi agricoli e civili, che incida sulla promozione e aiuti le aziende ad entrare nei mercati, a gestire la selvaggina, un piano che con concretezza vada a gestire i fondi a disposizione», è l’invito di Berni, che ricorda come l’assemblea regionale di Cia si è svolta un paio di settimane fa a Firenze proprio sotto lo slogan «Salvaguardare l’agricoltura per salvare il futuro» . «Abbiamo bisogno – è la sua conclusione – di una classe dirigente politica che si assuma le proprie responsabilità, che dialoghi con i cittadini e si confronti con le parti sociali entrando nel merito delle problematiche, anche quelle del nostro settore».