«Primo obiettivo: zero morti nei luoghi di lavoro»

ATTRATTIVITÀ, tutele ma, soprattutto, zero morti sul lavoro. Sono queste le parole d’ordine della Uil dell’Umbria nel 2024. Dopo un 2023 strategico, contraddistinto dall’apertura della nuova sede, con il trasferimento di tutte le categorie e i servizi nella stessa location, più comoda e accessibile, il sindacato guidato a livello nazionale da PierPaolo Bombardieri, in Umbria si prepara a un nuovo anno di sfide e traguardi da raggiungere. Obiettivi messi al centro attraverso un attento lavoro di comunicazione e di accessibilità alle informazioni e ai servizi diffusi sul territorio. Maurizio Molinari è il segretario generale della Uil Umbria, che sta guidando la squadra in questa transizione verso la modernità.
Che anno sarà il 2024?
«In primo luogo, ci auguriamo, possa essere quello del raggiungimento delle ‘zero morti sul lavoro’. Il lavoro è un diritto costituzionale e, come tale, va tutelato. Non è più tollerabile che chiunque di noi possa uscire di casa, salutando la propria famiglia e pensando di tornare a casa la sera e, magari, riabbracciare i propri figli e invece trovi la morte in un cantiere. Questo è avvenuto troppe volte ed è necessario dire basta. È in corso una vera mattanza, a livello nazionale e l’Umbria, purtroppo, guida questa tragica graduatoria. Serve mettere insieme un lavoro di squadra collegiale, dal sindacato alle imprese, dalle istituzioni agli organismi di controllo, per un serio lavoro di diffusione e di cultura. Servono più controlli, è vero, ma servono anche meccanismi premianti per le aziende virtuose che investono nella sicurezza e nella formazione».
Che Umbria vede nel prossimo futuro?
«Non nascondo qualche preoccupazione. I numeri della Camera di Commercio dei giorni scorsi, che certificano il ritorno al segno meno quanto a natalità delle aziende, sono la spia di un malessere che va affrontato, prima che diventi una piaga. Il malessere che vedo è che, nonostante gli sforzi della Regione, l’economia umbra fatica a stare al passo con i tempi. Questo può essere un problema per i lavoratori che lo subiscono. Vedo sempre di più aziende che se ne vanno, vedo un aumento di occupazione ma vedo anche la differenza tra la remunerazione dei dipendenti privati umbri e quelli del resto d’Italia. Bene dunque il grandissimo slancio restituito all’aeroporto di Perugia, bene la grandissima attenzione per il turismo che pure è un settore volano dell’economia, ma l’Umbria non può fermarsi qui e l’impegno di tutti deve essere per rendere la regione sempre più attrattiva per nuove attività, deve essere raggiungibile e ben collegata a livello infrastrutturale».
Come si rende una regione più attrattiva e come si evita l’esodo dei “cervelli“?
«Serve un duplice sforzo a livello formativo: evitare che i giovani che si formano in Umbria se ne vadano, cercare di essere attrattivi per tutti gli altri che potrebbero trovare qui la patria per sviluppare i propri progetti e, accanto a ciò, sviluppare i settori più tradizionali, che magari entrano in crisi di fronte alla modernità e alla tecnologia e non riescono ad affrontare in maniera costruttiva la transizione al digitale e alla modernità. L’Umbria è fatta anche di queste realtà, che non vanno dimenticate. Se non sarà così, i numeri della Camera di Commercio dell’Umbria non saranno stati un incidente di percorso ma un trend e si tradurranno anche in una enorme piaga occupazionale».
Per la Uil alta l’attenzione anche sulla sanità.
«Nostra priorità è quella di assicurare ai cittadini una sanità pubblica, gratuita e universalistica come la pensarono coloro che vararono il Sistema sanitario nazionale. Questo è il faro che muove le nostre azioni quotidiane. Ogni giorno ascoltiamo cittadini che ci raccontano di disservizi, di difficoltà nel prenotare prestazioni sanitarie e di prenotazioni al privato, laddove una visita diventa più urgente. Questo ci preoccupa e ribadiremo in ogni sede la nostra posizione, con l’atteggiamento costruttivo di chi punta a trovare soluzioni».
Tra le priorità c’è anche quella degli appalti e del massimo ribasso?
«Siamo soddisfatti che, dopo tanto tempo, abbia preso il via l’iter per arrivare ad una nuova legge regionale sugli appalti per i servizi alla persona. Gli appalti al massimo ribasso sono dannosi sempre, ma sui servizi alla persona diventano letali perché diminuiscono la qualità dei servizi e riducono anche la tutela degli operatori sociali. Per questo lavoreremo in maniera costruttiva per garantire qualità del lavoro e del servizio».