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«Lavoro, ambiente welfare e scuola: priorità per ripartire»

«Da tempo, come sindacato, come Cgil, chiediamo un Piano per l’Umbria»
di Michele Nucci

«Da tempo, come sindacato, come Cgil, chiediamo un Piano per l’Umbria, la possibilità di avere una discussione e poi la definizione di un progetto attraverso il contributo di tutti gli attori sociali della nostra regione, a cominciare dalle nostre Università e da Confindustria Umbria con la sua rinnovata classe dirigente».

A ribadirlo ancora una volta è il segretario generale della Cgil Umbria, Vincenzo Sgalla, che chiede di «rimettere al centro del dibattito il lavoro, non come slogan, ma come obiettivo imprescindibile e concreto. Perché una regione come la nostra – spiega – deve avere una sua identità forte nell’interpretare le sfide future, mettendo a valore le proprie caratteristiche peculiari. Questo è il compito di chi governa, questo è il compito delle classi dirigenti».

«La nostra regione ha molte potenzialità, anche forti. In questi anni lo abbiamo detto più volte, non si tratta di essere ottimisti astrattamente, ma di avere il coraggio del cambiamento, quello vero quello necessario e non quello del togliti tu che mi ci metto io. Serve un progetto che parli di welfare – aggiunge Sgalla – come fattore di sviluppo e perciò di buon lavoro, un’alta qualità ambientale, scuole all’altezza della sfida. Servono un piano energetico, un piano dei rifiuti, politiche agricole, al servizio del progetto generale. Necessitano politiche industriali non solo fatte di bandi, ma che siano invece di orientamento e supporto per le vecchie e nuove imprese, in raccordo con quelle delle regioni limitrofe. Soprattutto, come ci ha dimostrato il Covid – sottolinea –, occorre investire in modo urgente sulla sanità».

«Servono assunzioni subito a tempo indeterminato e stabili, una sanità di territorio in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini e presìdi ospedalieri e medici di base nelle nostre aree interne, nei posti caratteristici dell’Umbria che superino la logica del risparmio e dei costi. Bisogna eliminare le lista d’attesa – ribadisce il numero uno della Cgil in Umbria – . Incrementare le risorse per la non autosufficienza, conoscere e definire in maniera compiuta la convenzione con l’Università. L’altra urgenza sono le morti sul lavoro: è inaccettabile quello che sta accadendo in Italia e nella nostra regione in particolare».