«La risorsa-acqua rimane per noi la prima esigenza»

«CI AUGURIAMO che il 2024 sia un anno di maggiore disponibilità, anche da parte della politica, per ascoltare gli agricoltori. Potrebbe essere il momento buono per guardare all’agricoltura non solo nell’ottica della sostenibilità ambientale, ma anche della sostenibilità economica». A dichiararlo Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana.
Che anno è stato il 2023?
«In ambito agricolo esistono tanti mondi diversi ed è quindi difficile dare una risposta univoca. È stato comunque un anno complesso, in primis per le avversità atmosferiche e le alluvioni che hanno caratterizzato alcune zone. A proposito sarebbe essenziale pensare a una revisione del mondo assicurativo, magari mettendo a un tavolo agricoltori, istituzioni e le stesse assicurazioni per trovare formule diverse e mirate. Dobbiamo cercare di ridurre i costi e ampliare la platea delle assicurazioni».
Siccità e alluvioni: come andrebbero affrontati?
«Incentivando il recupero delle acque e la costruzione di nuovi invasi. La siccità ha rappresentato uno dei maggiori problemi del 2023 e per affrontarla serve una politica di piccoli e grandi invasi. In questo campo i Consorzi di bonifica, con le istituzioni, possono avere un ruolo fondamentale. Mi auguro che in futuro, gli agricoltori e i Consorzi possano essere chiamati a gestire sempre più il settore».
Ci sono ambiti che hanno sofferto meno?
«Forse l’agriturismo, ma è stato un anno generalmente complesso. Un po’ meglio hanno retto anche le aziende che hanno in mano la rete distributiva. Penso per esempio al mondo vitivinicolo nel quale le realtà più forti partecipano in modo sostanziale alla determinazione del prezzo finale e sono più agevolate rispetto alle imprese che, in altri ambiti, devono confrontarsi con il prezzo dettato dal mercato internazionale».
Tema burocrazia: come vanno le cose?
«Purtroppo non bene. Oltre alla diminuzione dei fondi, gli agricoltori devono affrontare l’estrema complessità delle procedure burocratiche. A volte gli adempimenti sono così difficili da capire e fare che finiscono per costituire un impedimento oggettivo all’ottenimento dei fondi».
Cosa vi aspettate per il 2024?
«Siamo appena entrati nell’anno delle elezioni amministrative ed europee. E proprio i fondi europei sono fondamentali per l’agricoltura, perché possono permettere alle aziende di confrontarsi con il mercato estero e di produrre meglio e con più efficienza. Mi auguro quindi una maggiore disponibilità all’ascolto da parte della politica».