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«La glocalizzazione e i nuovi modelli di sviluppo sostenibile»

Matteo Bartolini, presidente Cia Umbria: «Come cambia la produzione alimentare»
di Alessandro Orfei

ANNO CRUCIALE, il 2024, per Cia – Agricoltori italiani dell’Umbria. Matteo Bartolini è il presidente regionale dell’associazione e il vice nazionale: «Molte delle sfide legate all’agricoltura – spiega – hanno dimensioni globali: i costi energetici e quello dei carburanti alle stelle, i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e la sicurezza alimentare, i pesticidi».

Come affrontare la questione del potere d’acquisto degli agricoltori?

«La sfida che ci troviamo di fronte è monumentale: come possiamo garantire un futuro sostenibile per gli agricoltori e al contempo soddisfare le esigenze dei consumatori, promuovendo una nuova filosofia di produzione alimentare. Il percorso da intraprendere senza paure è quello di passare dalla globalizzazione alla glocalizzazione».

Ovvero?

«Ovvero trovare un equilibrio tra l’accesso ai mercati globali e la promozione delle economie locali, coinvolgendo tutti i settori economici, cittadini in primis».

Come è possibile riuscirci?

«Ad esempio con azioni come l’aggregazione di prodotto per migliorare competitività e visibilità sul mercato. Spingendo anche sul fronte della consulenza agronomica in grado di guidare gli agricoltori verso decisioni sostenibili e resilienti al cambiamento climatico. E qui entra in gioco l’implementazione di nuove tecnologie per ottimizzare le pratiche agricole. E ancora: sviluppare le filiere alternative del cibo per promuovere pratiche agricole sostenibili e ridurre l’impatto ambientale e nuove alleanze agricole ed extra-agricole, creare reti con attività commerciali locali come mense pubbliche, agriturismi e ristoranti per promuovere prodotti sostenibili e locali. L’obiettivo, e non è un sogno, è quello di dare vita a un ecosistema umbro che unisce cibo, natura, educazione alimentare nelle scuole e nelle comunità e turismo. Un nuovo modello di sviluppo sostenibile».