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«Innovazione e sostenibilità. Ecco i capisaldi»

Il presidente di Confindustria Umbria, Vincenzo Briziarelli «L’attuazione del Pnrr è la grande occasione di rilancio»
di Annalisa Angelici

«È STATO UN ANNO complesso, a pesare, soprattutto nel secondo semestre, sono stati i fattori di crisi a livello globale, gli alti tassi di interesse, il conseguente calo degli investimenti e la dinamica meno favorevole del commercio internazionale. Nel complesso l’industria umbra – osserva Vincenzo Briziarelli, presidente di Confindustria regionale – ha dato buona prova di sé ed è riuscita a mantenere e, in alcuni casi ad ampliare, quote di mercato. Questo non significa che le difficoltà siano state risolte o i problemi cancellati».

Gli effetti della pandemia sono stati superati da quelli delle guerre? A che punto siamo?

«Nonostante l’instabilità geopolitica, l’industria umbra innova e cresce. I dati sulle vendite all’estero, oltre a disegnare oggi una distribuzione più omogenea dell’export, confermano il protagonismo di vari comparti. Le filiere produttive sono flessibili e veloci: da quelle della moda all’aerospazio, all’agroalimentare all’edilizia e alla meccanica. La nostra industria ha saputo affrontare una serie di tempeste concentrate in un arco di tempo particolarmente breve. L’Umbria può combinare molto bene due elementi fondamentali: l’uso responsabile della tecnologia e l’integrazione sostenibile tra la fabbrica e il territorio. Ne è un esempio il distretto industriale Ternano-Narnese che attraverso il progetto Turn Urban Re-Generation – promosso da Confindustria Umbria – ha ottenuto, per primo in Italia, la certificazione di sostenibilità».

Le prospettive per il 2024?

«Innovazione, digitalizzazione e sostenibilità saranno i capisaldi del nostro futuro. L’attuazione del Pnrr è la grande occasione per dare slancio all’economia locale ed elaborare una prospettiva nuova per la regione. Su questi presupposti Confindustria Umbria ha promosso l’elaborazione dello studio strategico “Umbria 2032” affidato a The European House – Ambrosetti. Il documento si pone l’obiettivo di rendere, entro dieci anni, la nostra regione sempre più attrattiva per le imprese che intendono investire in sviluppo e sostenibilità, ma soprattutto traccia il percorso attraverso 17 progetti operativi, che si dipanano in tre assi d’intervento principali: infrastrutture e connettività, sviluppo industriale e capitale umano».

Punti di forza e criticità dell’Umbria?

«Solo per fare degli esempi, l’Umbria è tra le prime regioni del centro-nord per propensione a investimenti delle imprese in sostenibilità (+1% rispetto alla media italiana, 50,8% contro 49,8%) ed è quarta in Italia per incidenza dei cosiddetti green jobs, (14,9% del totale rispetto alla media nazionale di 13%). A conferma di un territorio a forte vocazione innovativa. Occorre però lavorare sia per favorire la crescita dimensionale, così da trattenere o far ritornare in Umbria i giovani, che per ridurre il gap infrastrutturale. Umbria 2032 vuole essere lo strumento per superare le criticità e sviluppare ancora i punti di forza».