«Il nostro slogan per il 2024: il futuro non si prevede. Si fa»

UN 2023 CHE SI È CHIUSO per la Toscana con una crescita del Pil sotto l’1% e un 2024 al quale però guardare con ottimismo. E’ certamente vero che sull’economia toscana pesano i danni – oltre 2 miliardi tra famiglie e imprese – provocati in 65 comuni dall’alluvione del 2 novembre scorso e sono ben due i punti di Pil che mancano per tornare ai livelli pre-Covid. Un quadro complesso, dunque, ma non mancano i segnali positivi, la voglia di fare e l’entusiasmo per voltare pagina e guardare avanti, fa presente Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana, associazione che rappresenta nella regione più di 50mila imprese del commercio, turismo e servizi.
Quali sono le “luci” che fanno ben sperare per l’economia toscana?
«Il 2023 è stato l’anno della vera e propria ripartenza dopo la tragedia del Covid. È un anno in cui si è visto il rimettersi in moto di meccanismi, strategie e azioni che a consuntivo giudichiamo estremamente positive. Le strade e le piazze di tutte le città toscane sono tornate ad animarsi grazie alle presenze turistiche, soprattutto internazionali».
Un anno positivo anche per il commercio?
«Sicuramente. C’è stata una bella ripresa delle attività commerciali tradizionali, che proprio nell’anno appena concluso, dopo il Covid e una certa fiacchezza del mercato, ha preso la sua rivincita, anche nei confronti del commercio elettronico».
In che modo?
«Hanno contribuito vari fattori. Intanto la voglia della gente di tornare ad avere un minimo di socialità e a frequentare le strade dei centri urbani. Poi i nostri operatori sono diventati più bravi a promuovere le proprie attività commerciali, anche attraverso i social. Certo, non sono tutte rose e fiori. Pesano la fiscalità e la burocrazia, elementi che frenano molto il consolidamento e lo sviluppo delle nostre attività. Nel complesso, però, del 2023 appena concluso abbiamo un molto positivo».
Il 2024 come sarà?
«Il 2024 sarà l’anno del consolidamento e dei grandi numeri, anche nel turismo, sia quello balneare che delle città d’arte. L’anno è partito bene e la prossima stagione è molto promettente. Come associazione stiamo lavorando per delineare le strategie per il futuro».
Su quali progetti state lavorando?
«Abbiamo varato un progetto importante, che è partito da Firenze, ma l’obiettivo è renderlo regionale, sul tema della rigenerazione urbana. Stiamo cioè immaginando e costruendo le città toscane nel futuro, sulla base delle esigenze di tutti. Basti pensare che Firenze ha 360mila residenti, ma in realtà ogni giorno i suoi marciapiedi vengono calpestati da un milione di persone, tra residenti, pendolari che arrivano dall’hinterland, studenti, turisti. L’obiettivo è progettare una città che tenga conto di questo. Il nostro slogan è “Il futuro non si prevede, si fa“. Su questo progetto partecipato abbiamo il sostegno della Camera di Commercio di Firenze, della Fondazione Cr Firenze, del Comune di Firenze e della Regione Toscana».
Come Federalberghi avete lanciato anche un progetto sul turismo…
«Esattamente. A seguirlo in prima persona è stato il nostro dirigente, presidente di Federalberghi Toscana, Daniele Barbetti. Si tratta di un progetto di ricerca scientifica applicata al turismo con cui l’associazione e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa si sono aggiudicati il finanziamento messo a disposizione dalla Regione Toscana a valere sul Fondo Sociale Europeo. Ha un valore complessivo di 60mila euro, grazie al cofinanziamento di Federalberghi Toscana, e serve ad attivare un assegno di ricerca della durata di due anni per dare una spinta all’innovazione verde nel settore dell’ospitalità toscana. Il risultato sarà un insieme di procedure e buone pratiche che anche le piccole e piccolissime strutture potranno applicare per arrivare a diventare “alberghi intelligenti”, secondo i principi della sostenibilità. Il problema dell’innovazione è che è le imprese meno strutturate fanno fatica ad applicarla, per motivi gestionali e di risorse. Ecco perché, come sistema Confcommercio ci siamo presi l’impegno di agire da stimolatori, per traghettare verso la modernità quante più imprese possibile. Un’altra sfida che ci aspetta è, per esempio, quella dell’intelligenza artificiale, che in alcuni ambiti come quello industriale è data ormai per acquisita: nel turismo sta diventando una realtà, ma lo è anche nel commercio, tra chat bot e altri sistemi che possono velocizzare certi processi. La tecnologia non va subita, ma dominata, piegata alle nostre esigenze. Solo così funziona davvero».
I numeri: oltre 50mila aziende associate
Confcommercio Toscana, livello regionale della confederazione nazionale Confcommercio-Imprese per l’Italia, è forte di tre associazioni interprovinciali (Firenze-Arezzo, Lucca-Massa e Carrara, Pistoia-Prato) e quattro provinciali (Pisa, Livorno, Siena e Grosseto). Rappresenta oltre cinquantamila imprenditori e professionisti del terziario in tutta la regione.