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«Il commercio reagisce e vince nella sfida-qualità»

Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana: «Bene i provvedimenti che servono a sostenere i consumi»
di Linda Meoni

UN ANNO, quello da poco concluso, che negli auspici avrebbe potuto essere quello del ritorno ai ritmi pre-pandemia e che invece ha finito per tradursi in un susseguirsi di salite e discese che hanno fatto sentire la fatica. Insieme al buono da salvare dell’anno archiviato, c’è una promessa che occorre onorare per il 2024: garantire quanto più possibile qualità e far ripartire gli investimenti. A tracciare il bilancio tra luci e ombre guardando a quel che ci aspetta è il presidente regionale di Confesercenti Nico Gronchi.

Presidente, il gap pre-post pandemia è stato recuperato nel 2023?

«L’anno appena trascorso è stato come un giro sulle montagne russe per economia, vita sociale e sistema Paese. Non è stato diverso anche in Toscana. La guerra in Ucraina e i costi energetici che ancora scontiamo, un’impennata di inflazione da anni Ottanta che sta pesando su mutui e prodotti, i dieci aumenti dei tassi decisi dalla Bce: tutti fattori che hanno provocato difficoltà oggettiva in famiglie e imprese a ripagare mutui e debiti. Importante è stato il rimbalzo per il turismo, pur senza assestarci sui dati pre-Covid. In Toscana tutta la primavera specie nelle città d’arte è andata particolarmente bene. È stato in agosto che abbiamo cominciato a registrare sul serio un calo di prenotazioni, per poi registrare una inaspettata ripresa verso il Natale».

E per il settore del commercio?

«L’altalena dei consumi ne ha segnato l’andamento con un risultato in particolare in Toscana molto nitido. Bene le vendite di Natale e in estate nei luoghi in cui però sono stati realizzati eventi, che hanno dimostrato la forza di riportare la gente nei centri città. Il commercio reagisce, sta trovando nuova spinta con un livellamento dell’e-commerce che sì, cresce, ma non più come prima».

Quali prospettive per il 2024?

«I numeri che abbiamo ci dicono che fino alla fine dell’estate non vedremo un calo sostanziale dei tassi d’interesse. Il rischio di avere famiglie in difficoltà è molto concreto. In regioni – ma più in generale nel nostro Paese – come la nostra che vive per il 60% di consumi interni se si comincia a togliere soldi dalle tasche delle persone è ovvio che le conseguenze diventano evidenti».

Come si ricostruisce un clima di fiducia?

«Uno degli sforzi più importanti è stato discutere con il governo rispetto alla legge di bilancio, alla legge delega sul fisco piuttosto che il decreto concorrenza. Strumenti insomma che hanno avuto come filo conduttore quello di mettere un po’ di soldi in tasca ai lavoratori. Questo è stato fatto con il taglio del cuneo fiscale, ma il tema vero diventa permettere a tutte le persone di avere a disposizione soldi e risorse per essere parte attiva dell’economia. Molte famiglie italiane sono scivolate oltre la soglia di povertà che oggi riguarda anche la classe media. La sfida vera per il 2024 sarà di avere la capacità di utilizzare bene le risorse del Pnrr e quelle della programmazione europea per far ripartire gli investimenti, fermi da troppo tempo anche nella nostra regione».