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«Scongiurare la recessione. Servono risorse pubbliche»

Paolo Silenzi, presidente di Cna Marche, dopo lo scoppio della crisi del Mar Rosso
di Martino Pancari

LE SFIDE di un anno pieno di incognite. Stretta sul credito, calo degli investimenti, tassi d’interesse alti, consumi interni al palo. In uno scenario che vede molti rischi legati alle guerre in corso in Ucraina e in Palestina si è aggiunta la crisi del commercio globale sulle rotte del Mar Rosso. «Da Suez – afferma il presidente Cna Marche, Paolo Silenzi – passa il 40 per cento delle merci da e per le Marche, in particolare della meccanica, sistema moda e automotive. Il porto di Ancona rischia di perdere oltre un terzo delle navi mercantili. Siamo molto preoccupati per una crisi che va ad aggiungersi a quelle in corso e che vede aumentare l’instabilità in molte zone del pianeta come il Sud Est asiatico e il Medio Oriente con inevitabili conseguenze per il sistema produttivo regionale».

La Cna delle Marche è pronta collaborare con le istituzioni regionali per garantire competitività al sistema economico regionale. «Senza forti interventi istituzionali e politiche di investimenti pubblici legati ai fondi del Pnrr ed ai Fondi europei di coesione – sostiene Silenzi – si profila una recessione che interromperebbe il virtuoso processo di crescita di un sistema produttivo che ha saputo trovare negli ultimi anni le risorse per reagire a pandemia, terremoto e alluvioni. Siamo la regione delle eccellenze manifatturiere, del terziario avanzato, delle start up e delle innovazioni tecnologiche. Gli artigiani e gli imprenditori delle Marche hanno dimostrato coraggio e grande capacità di resilienza malgrado una situazione che ancora penalizza la nostra regione per quanto riguarda le infrastrutture materiali e immateriali. Dal 2024 ci aspettiamo un salto di qualità su entrambi i fronti: la rete viaria e ferroviaria e la rete telematica con la fibra estesa a tutto il territorio comprese le aree interne e montane. Inoltre – precisa Silenzi – per il nuovo anno chiediamo risorse per sostenere i Confidi e favorire la liquidità delle piccole e medie imprese, l’innovazione e la trasformazione digitale, l’economia sostenibile. A questo proposito, la Regione Marche ha annunciato l’istituzione di “Credito Futuro Marche”, il fondo di partecipazione pensato per agevolare l’accesso al credito per esigenze di investimento o di liquidità delle imprese e dei lavoratori autonomi, raccogliendo idealmente l’eredità della legge regionale 13/2020. Si tratta di una misura che garantirà 20 milioni di euro in liquidità e opportunità di investimento a condizioni agevolate alle piccole realtà imprenditoriali del territorio».

In un anno, secondo i dati della Banca d’Italia, i prestiti alle imprese marchigiane sono diminuiti del 6,7 per cento, che diventa -8,8 per le aziende più piccole e -8,3 per cento per il settore manifatturiero. Meno crediti ed anche più cari. Alla fine di giugno il tasso d’interesse per finanziare gli investimenti era del 5,7 per cento mentre sui prestiti per finanziare la liquidità si pagava il 6 per cento che saliva all’8,9 per cento per le aziende più piccole, che hanno visto messa a rischio la loro sopravvivenza. Molte non ce l’hanno fatta ed hanno dovuto chiudere bottega. Nel 2023 le imprese attive delle Marche sono passate da 140.066 a 135.205 con un calo di 4.861 aziende. Segnali preoccupanti arrivano anche dall’export, che è sempre stato elemento trainante dell’economia marchigiana. «Nei primi nove mesi del 2023 – sostiene Giovanni Dini direttore del Centro Studi Cna Marche – le esportazioni delle imprese marchigiane sono calate del 9,2 per cento, interrompendo una lunga serie di anni di crescita. Calo che è comunque meno marcato (-3,5%) al netto dell’export farmaceutico. Conforta il fatto che le esportazioni dei settori più caratteristici del settore manifatturiero marchigiano siano in crescita. L’abbigliamento registra un lusinghiero +15 per cento mentre anche le calzature (+4,3), la meccanica (+4,8) ed i mobili (+2,5) vedono aumentare il loro export».

La Cna si appresta, però, ad affrontare il 2024 con le carte in regola per rappresentare e tutelare gli artigiani e gli imprenditori delle Marche nei confronti della Regione, delle istituzioni locali, del sistema del credito e delle altre forze sociali ed economiche. «Rappresentiamo – conclude Silenzi – 18 mila artigiani e imprenditori e 17 mila pensionati dell’artigianato e del lavoro autonomo. Non vogliamo limitarci a fare lobby ma puntiamo a proporci come forza sociale a tutela di imprese, pensionati, cittadini per un tessuto socioeconomico regionale coeso e solidale».