«Il ricambio generazionale sia una priorità. Tenuta a rischio»

IL DECLINO demografico e l’invecchiamento della popolazione in Italia, nella prospettiva allarmante di perdita di popolazione e una diminuzione della forza lavoro, ha e avrà impatti sempre più significativi sulle aziende del territorio. Una crisi senza precedenti: «Con gli attuali ritmi di decrescita in Italia perderemo 12 milioni di persone in meno di 50 anni. La popolazione in età lavorativa diminuirà dal 63,8% al 53,3% del totale entro 30 anni. Entro 10 anni l’81% dei Comuni subirà un forte calo di popolazione, con evidenti riflessi sul mondo del lavoro in un contesto in cui già oggi le imprese trovano serie difficoltà nella ricerca di competenze necessarie e di personale qualificato o di giovani a cui fare riferimento per la trasmissione d’impresa». A dirlo è il presidente di Cna Emilia- Romagna Paolo Cavini, da quasi due anni alla guida della Confederazione regionale degli imprenditori e artigiani dell’Emilia-Romagna, il cui mandato è stato fino a ora caratterizzato da emergenze e sfide senza precedenti, dalla guerra in Ucraina all’alluvione del maggio scorso.
La partita, però, si può e si deve ancora giocare: «Oltre a forti e radicali misure relative al welfare familiare, occorrono strategie immediate per evitare la fuga dei nostri giovani e per attrarre competenze dall’estero e manodopera straniera. La Regione ha già avviato un lavoro con progetti mirati e con la legge sull’Attrattività dei Talenti ma altro è ancora da fare», sottolinea Cavini. Che continua: «Oggi abbiamo un grande bisogno di favorire il ricambio generazionale. Abbiamo il dovere di far sognare i giovani! Rendiamo attrattive le nostre aziende! Proprio le nuove generazioni qui, nella nostra filiera, hanno una valenza strategica, perché la chiusura di queste imprese significa perdita di saperi».
Le proposte di Cna vanno dal semplificare gli adempimenti burocratici e ridurre la tassazione legati alla cessione d’impresa, al migliorare le politiche di immigrazione per mitigare l’impatto del declino demografico, incentivare finanziamenti per nuove idee imprenditoriali e promuovere politiche formative che incoraggino la cultura imprenditoriale. Soprattutto è il ricambio generazionale che deve essere al centro dell’attenzione. Qualche dato da Unioncamere fa ragionare su quanto la nostra Regione rischi di perdere in assenza di un adeguato ricambio generazionale: 6.086 imprese – classe di rischio 65-69 anni – e 5.202 aziende – classe di rischio da 70-74 anni e classe di rischio 75 anni e oltre – nel breve periodo dovranno affrontare il passaggio generazionale. Complessivamente ammontano a 11.288 imprese, il 10,6% del totale delle imprese artigiane. È chiaro che questo aspetto deve essere al centro del ragionamento economico e politico: «Bisogna aiutare i giovani a entrare nella guida delle imprese. Così le nostre aziende saranno in grado di adeguarsi velocemente ai cambiamenti e crescere», avverte il presidente di Cna Emilia-Romagna. «Questa Regione non può permettere di perdere questi sapere e competenze che sono da protegge, in queste sfide la Cna è sempre vicina a artigiani e imprenditori», conclude Cavini.
Il segretario regionale di Cna, Diego Benatti, punta sull’importanza cruciale della formazione mirata e di qualità in un mercato del lavoro in costante fermento. Sottolinea il ruolo fondamentale della Regione e della CNA nell’arricchire l’offerta formativa, aprendo nuove porte per i giovani: «La formazione è la chiave del riposizionamento individuale. In un’epoca di trasformazioni green e digitali, acquisire nuove competenze diventa essenziale» sottolinea Benatti. Il segretario smonta il mito che le piccole imprese non offrano percorsi di carriera: «È una diversa interpretazione di cosa intendiamo per carriera. Qui è anche rappresentata dalla possibilità di digitalizzare, innovare e trasformare proprio le imprese artigiane». Benatti, inoltre, sottolinea il ruolo critico del dialogo tra il mondo della scuola e quello dell’impresa per affrontare il circolo vizioso dell’orientamento carente e delle scarse esperienze lavorative: «La nostra Confederazione vuole essere a disposizione dei giovani, affiancandoli per orientarli al meglio rispetto a scelte non facili. Dall’inizio del percorso di studi ai bivi decisionali cruciali, come diventare dipendente o imprenditore, offriamo un sostegno completo».