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L’Emilia Romagna si è rimessa a correre. A trainare la ripresa sono le costruzioni

Il 2021 va in archivio con un Pil in crescita del 6,5%, previsto uno strappo anche quest’anno ma ci sono ancora diverse incognite
di Marco Principini
Economia in Emilia Romagna
Messo in archivio un 2020 contrassegnato dall’emergenza Coronavirus, il 2021 si è segnalato come l’anno del rimbalzo anche se per arrivare a un recupero pieno occorrerà attendere la fine di quest’anno, quando l’Emilia Romagna avrà superato il livello del Pil (la ricchezza prodotta) del 2019.

Emerge dal rapporto annuale ‘Dalla ripresa ai cambiamenti strutturali: analisi e prospettive per l’economia dell’Emilia Romagna’, realizzato in collaborazione da Unioncamere e Regione e basato su stime della società di consulenza Prometeia.

Nel 2021, appena concluso, è prevista una ripresa del prodotto interno lordo regionale, visto in crescita del 6,5%, che proseguirà anche nel 2022 ad un ritmo più contenuto stimato sul +3,8%. I numeri della ripresa – viene osservato nel rapporto – «potrebbero essere ancora superiori se non si registrassero difficoltà legate all’approvvigionamento di materie prime e al costo dell’energia».

Dal punto di vista settoriale è il comparto delle costruzioni, sulla spinta degli incentivi alla ristrutturazione edilizia, a registrare l’incremento maggiore con una crescita stimata per il 2021 superiore al 20%. Bene anche l’industria che dovrebbe aumentare del 10,5% mentre per il terziario si prevede un incremento del 4,2%. Tra i diversi comparti, quello turistico ha chiuso i primi nove mesi del 2021 con una stima di 44,5 milioni di presenze, (+27,8% rispetto ai 34,8 milioni registrati nel 2020, ma con una flessione del -19% rispetto ai 54,9 milioni del 2019) mentre gli arrivi stimati superano gli 8,4 milioni (+28,1% rispetto al 2020 e -29% rispetto al 2019). Se si prende in considerazione la media dei primi tre trimestri, l’occupazione regionale è in crescita dello 0,7% rispetto alla media dei primi nove mesi del 2020 (14.000 occupati in più) anche se risulta essere ancora inferiore al 2019 (-2%). Il tasso di disoccupazione statistica complessivo è pari al 5,4% (3,8% per i maschi e 7,3% per le femmine). Guardando all’utilizzo della Cassa Integrazione, con le autorizzazioni di settembre il bilancio provvisorio sui primi nove mesi dell’anno è salito a 192,8 milioni di ore autorizzate, di cui il 39,4% per di Cassa integrazione ordinaria, il 37,2% di Fis-Fondo integrazione salariale, il 20,3% di Cassa integrazione in deroga e la restante quota del 3% di Cassa integrazione straordinaria.

Sul fronte delle esportazioni, uno dei cavalli di battaglia dell’economia regionale, nei primi 9 mesi dell’anno scorso sono ammontate a quasi 52,9 miliardi pari al 7,1% dello stesso periodo del del 2019, per un controvalore di aumento prossimo a 6,5 miliardi. Delle quattro più grandi regioni esportatrici – nell’ordine Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte – è l’Emilia-Romagna quella che fa registrare il maggior incremento.

«Grazie ai vaccini, il 2021 ci consegna una crescita mai vista – osserva l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla – le nostre eccellenze hanno toccato livelli di export da record e stiamo recuperando l’occupazione persa con la pandemia. Ora dobbiamo innanzitutto continuare ad investire su istruzione e formazione, per dare risposta alla crescente domanda di professionalità a tutti i livelli che proviene dalle nostre imprese ». Nella nuova normalità imposta dalla pandemia, ha sottolineato il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi, «la capacità di coniugare crescita economica, sostenibilità ambientale e coesione sociale si giocherà su terreni differenti rispetto a quelli conosciuti sino ad ora. Ci aspetta una fase ricca di insidie e, al tempo stesso di opportunità, nella quale saremo chiamati a percorrere sentieri inesplorati, andranno ricercati nuovi equilibri tra persone, imprese e Istituzioni, equilibri che necessariamente richiederanno una perenne riconfigurazione».