L’Emilia Romagna si è rimessa a correre. A trainare la ripresa sono le costruzioni

Emerge dal rapporto annuale ‘Dalla ripresa ai cambiamenti strutturali: analisi e prospettive per l’economia dell’Emilia Romagna’, realizzato in collaborazione da Unioncamere e Regione e basato su stime della società di consulenza Prometeia.
Nel 2021, appena concluso, è prevista una ripresa del prodotto interno lordo regionale, visto in crescita del 6,5%, che proseguirà anche nel 2022 ad un ritmo più contenuto stimato sul +3,8%. I numeri della ripresa – viene osservato nel rapporto – «potrebbero essere ancora superiori se non si registrassero difficoltà legate all’approvvigionamento di materie prime e al costo dell’energia».
Dal punto di vista settoriale è il comparto delle costruzioni, sulla spinta degli incentivi alla ristrutturazione edilizia, a registrare l’incremento maggiore con una crescita stimata per il 2021 superiore al 20%. Bene anche l’industria che dovrebbe aumentare del 10,5% mentre per il terziario si prevede un incremento del 4,2%. Tra i diversi comparti, quello turistico ha chiuso i primi nove mesi del 2021 con una stima di 44,5 milioni di presenze, (+27,8% rispetto ai 34,8 milioni registrati nel 2020, ma con una flessione del -19% rispetto ai 54,9 milioni del 2019) mentre gli arrivi stimati superano gli 8,4 milioni (+28,1% rispetto al 2020 e -29% rispetto al 2019). Se si prende in considerazione la media dei primi tre trimestri, l’occupazione regionale è in crescita dello 0,7% rispetto alla media dei primi nove mesi del 2020 (14.000 occupati in più) anche se risulta essere ancora inferiore al 2019 (-2%). Il tasso di disoccupazione statistica complessivo è pari al 5,4% (3,8% per i maschi e 7,3% per le femmine). Guardando all’utilizzo della Cassa Integrazione, con le autorizzazioni di settembre il bilancio provvisorio sui primi nove mesi dell’anno è salito a 192,8 milioni di ore autorizzate, di cui il 39,4% per di Cassa integrazione ordinaria, il 37,2% di Fis-Fondo integrazione salariale, il 20,3% di Cassa integrazione in deroga e la restante quota del 3% di Cassa integrazione straordinaria.
Sul fronte delle esportazioni, uno dei cavalli di battaglia dell’economia regionale, nei primi 9 mesi dell’anno scorso sono ammontate a quasi 52,9 miliardi pari al 7,1% dello stesso periodo del del 2019, per un controvalore di aumento prossimo a 6,5 miliardi. Delle quattro più grandi regioni esportatrici – nell’ordine Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte – è l’Emilia-Romagna quella che fa registrare il maggior incremento.
«Grazie ai vaccini, il 2021 ci consegna una crescita mai vista – osserva l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla – le nostre eccellenze hanno toccato livelli di export da record e stiamo recuperando l’occupazione persa con la pandemia. Ora dobbiamo innanzitutto continuare ad investire su istruzione e formazione, per dare risposta alla crescente domanda di professionalità a tutti i livelli che proviene dalle nostre imprese ». Nella nuova normalità imposta dalla pandemia, ha sottolineato il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi, «la capacità di coniugare crescita economica, sostenibilità ambientale e coesione sociale si giocherà su terreni differenti rispetto a quelli conosciuti sino ad ora. Ci aspetta una fase ricca di insidie e, al tempo stesso di opportunità, nella quale saremo chiamati a percorrere sentieri inesplorati, andranno ricercati nuovi equilibri tra persone, imprese e Istituzioni, equilibri che necessariamente richiederanno una perenne riconfigurazione».