Caro energia e impennata dei tassi d’interesse. Sos crescita

IL «SAPER FARE» e il «ben fatto» sono da sempre i tratti distintivi che caratterizzano il patrimonio di conoscenze e competenze custodito da tanti imprenditori artigiani. Emanuele Pepa, presidente di Confartigianato Marche, abbiamo chiesto di tracciare un bilancio relativo al settore dell’artigianato nel 2023.
«È un settore che ha retto, nonostante le difficoltà, confermandosi per le Marche un patrimonio prezioso da tutelare – spiega Pepa –. Gli investimenti hanno risentito negativamente del persistente clima di incertezza e dell’innalzamento del costo del denaro». Una analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato mette in evidenza i dati sui prestiti alle piccole imprese delle Marche: a settembre 2023 giù del 9,4%, peggio del – 7,4% del totale delle imprese.
In flessione le esportazioni. A risollevarne in parte le sorti la performance del tessile-abbigliamento e accessori pelle. Buone notizie per i dati sull’occupazione anche se le aziende non riescono a trovare le figure professionali richieste. Pesano le difficoltà legate all’aumento dei prezzi delle materie prime e all’approvvigionamento. Alcuni indicatori mostrano una fase di rallentamento, l’instabilità geopolitica con i conflitti in corso, hanno frenato la crescita. L’edilizia, almeno, con la spinta del superbonus e i lavori per la ricostruzione, ha registrato un incremento.
Dal vostro osservatorio quali sono gli scenari che si aprono alle imprese nel 2024?
«Il sistema di impresa delle Marche si conferma vitale. Sono 127.153 le micro e piccole imprese della regione, il 99,4% del totale con 336.000 addetti che rappresentano, a loro volta, il 75,7% del totale. Sono comunque in chiaro scuro le previsioni per questo 2024, anno dominato dall’incertezza. Le imprese rimangono preoccupate della spinta delle materie prime e dei costi energetici. Le prospettive per l’economia ereditano dallo scorso anno una frenata del commercio internazionale e un aumento dei tassi di interesse. Dopo una prolungata ondata espansiva, l’attività edilizia, con il ridimensionamento dei bonus, potrebbe subire un rallentamento. Il caro-tassi potrebbe compromettere la crescita degli investimenti, ritardando i processi di innovazione e della transizione digitale e green».
Quali sono le richieste che avanzate alle istituzioni?
«La Regione Marche ha operato bene con bandi per 300 milioni che hanno visto migliaia di aziende presentare richiesta di contributi. Ora ci aspettiamo velocità nell’istruttoria dei bandi stessi per favorire gli investimenti delle piccole imprese marchigiane e per rilanciare la competitività. Importante utilizzare bene i fondi del Pnrr per il tessuto produttivo, aiutando gli imprenditori a rilanciare la propria attività. La nostra regione è ’schiacciata’ tra gli incentivi previsti per il sud e lo sviluppo del nord. Pertanto Confartigianato chiede un intervento di sostegno dedicato alle ’Marche in transizione’. Fondamentali per lo sviluppo economico delle Marche sono le infrastrutture. Prendiamo atto che la Regione Marche è riuscita a sbloccare alcuni assi viari importanti come la Fano-Grosseto, l’uscita dal porto di Ancona con il cosiddetto ultimo miglio che favorirà un rapido collegamento tra porto e viabilità. È necessaria la realizzazione della terza corsia Marche sud, come il collegamento ferroviario Falconara- Orte. Importante la sinergia della piattaforma logistica Marche tra porto, aeroporto e Interporto per la mobilità di persone e merci e per collocare meglio le produzioni dell’Italia centrale».
Come sta cambiando la vostra organizzazione per soddisfare le mutate esigenze delle aziende?
«Confartigianato Marche che rappresenta 22.000 imprese con circa 70.000 addetti, è pronta a costruire il futuro dell’artigianato e delle piccole imprese e ad accompagnare gli imprenditori nelle profonde trasformazioni che stanno cambiando il mondo. Sono tante le sfide che ci attendono. Promuovere la capacità attrattiva dell’artigianato soprattutto nei confronti dei giovani per colmare la carenza di manodopera lamentata dalle imprese, utilizzare l’innovazione tecnologica, promossa anche tramite il nostro Digital Innovation Hub come un’opportunità di sviluppo e non temerla come una minaccia. Ma anche spingere sull’internazionalizzazione per soddisfare la forte richiesta di prodotti made in Italy da parte dei mercati di tutto il mondo. Poi la lotta al caro-bollette anche tramite il nostro Consorzio Energia Cenpi e l’utilizzo efficiente della risorsa energetica. Fondamentale uno sguardo allo sviluppo turistico. L’artigianato, patrimonio di cultura produttiva delle imprese a valore artigiano, diventa elemento attrattivo per le nuove forme di turismo esperienziale. Le nostre imprese, infatti, sono le uniche in grado di offrire ai visitatori servizi personalizzati, prodotti inimitabili, esperienze autentiche dei luoghi. Un turismo sostenibile e diffuso, capace di rilanciare l’identità attrattiva dei centri storici, dei borghi, dei piccoli comuni delle aree interne».