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Alla ricerca di una strategia per il rilancio

di Matteo Naccari

LA PERLA, Beko, Fedrigoni, Berco. Dall’Emilia-Romagna alle Marche il 2024 è stato caratterizzato da pesanti crisi aziendali. Queste sono solo alcune delle vertenze che hanno – secondo diversi punti di vista – agitato l’ecosistema economico delle due regioni. Ristrutturazioni e tagli di personale in colossi che spaziano dalla lingerie agli elettrodomestici.

Allarmi – forti – per territori che stanno cercando una via per il rilancio. Certo, l’Emilia-Romagna sta meglio delle Marche, ha aziende grosse e strutturate, un Pil che galleggia sul positivo, però non deve sottovalutare quanto sta accadendo. Soprattutto l’automotive e la manifatture stanno subendo i colpi di una trasformazione inevitabile del mercato e quindi occorre da parte di chi governa una nuova strategia per guardare al futuro con ottimismo.

Alla guida della Regione è salito Michele de Pascale al quale si chiedono linee guida precise per contrastare le alluvioni – fattore pesante di incertezza -, definire su quali infrastrutture puntare – dal passante autostradale di Bologna alla Cispadana -, armonizzare ‘motori’ come gli aeroporti e le fiere. Un lavoraccio, sicuramente, ma necessario per crescere ancora e non vivacchiare. Diversa la situazione delle Marche, ancora ferite dal terremoto e alle prese con pesanti licenziamenti soprattutto a Fabriano e nel distretto degli elettrodomestici.

Anche qui, da parte del governatore Francesco Acquaroli, occorre un impegno forte per dare una nuova prospettiva a una regione che non può vivere solo di turismo. Quindi avanti con gli investimenti in infrastrutture – i collegamenti sono sempre stati una spina nel fianco del territorio – a partire dall’aeroporto e dai porti. Mossa fondamentale per creare le condizioni che richiamino investitori. C’è da lavorare, insomma, per tutti. Ma solo rimboccandosi le maniche si può guardare avanti con fiducia.