Le aziende artigiane protagoniste della ripresa. Dati occupazionali incoraggianti

Gli ultimi dati diffusi dalla Banca d’Italia e dall’Istat confermano che ci troviamo in una fase di avvio di ripresa dell’economia con un incremento di oltre l’1% degli occupati nel 2021 rispetto all’anno precedente. Protagoniste di questa ripresa sono le imprese artigiane, quelle micro e piccole imprese che hanno al loro interno oltre il 60% del totale dei lavoratori dipendenti delle piccole e medie imprese». A parlare è il presidente di Confartigianato Imprese Toscana, Luca Giusti. «Le piccole imprese – aggiunge, – oltre a dare lavoro mostrano forte dinamismo in termini di produttività, di innovazione, di ricerca e sviluppo. La loro forza è anche data dal profondo legame con il territorio e dalle relazioni che facilmente instaurano con le altre imprese».
Immagino non manchino però delle ombre…
«Purtroppo, il loro dinamismo è ostacolato dai contesti difficili in cui si trovano. Ci vogliono politiche efficaci. Mi riferisco alla fiscalità penalizzante, all’eccesso di adempimenti burocratici, a normative poco chiare – cito ad esempio i nuovi obblighi di etichettatura degli imballaggi, – ed anche alle infrastrutture da migliorare e ripensare. Purtroppo, in altre nazioni le imprese non hanno questi ostacoli e quindi hanno vantaggi competitivi».
Cosa dire del bilancio 2021? Come è andato l’anno appena concluso?
«Il settore dell’edilizia e delle costruzioni, grazie alle politiche delle agevolazioni fiscali varate, sta trainando la ripresa, che è associata anche ad una robusta crescita degli investimenti in macchinari e impianti. Gli effetti positivi della ripresa in atto e le aspettative di crescita legate all’impiego delle risorse del Pnrr rischiano però di essere vanificati dai forti aumenti dei costi delle materie prime e di quelli energetici. Aumenti che interessano tutte le aziende e che risultano davvero penalizzanti nei settori cosiddetti ‘energivori’, come le vetrerie, le lavorazioni tessili o l’alimentare, che hanno visto aumentare le bollette anche del 100%. Questi aumenti improvvisi deprimono gli utili delle imprese e portano alla riduzione del valore aggiunto della manifattura. Le imprese toscane hanno subito quest’anno, oltre alla crisi pandemica, problemi legati alla viabilità causati da cantieri che sono rimasti a lungo aperti causando disagi alle consegne e rallentamento del lavoro. La nostra Regione deve investire nel miglioramento delle infrastrutture e della viabilità».
Chi soffre di più e chi invece ha più chance di ritrovare uno slancio per la ripartenza?
«Le chiusure e le norme anti–contagio hanno messo in grave crisi le aziende della ricettività, dei viaggi e della ristorazione e i comparti più legati agli scambi e ai trasporti internazionali come il tessile–moda e la logistica. I settori dell’alimentare e delle bevande insieme al legno–arredo e ai servizi digitali hanno avuto una ripartenza grazie ai nuovi modelli di consumo e di lavoro smart che si sono affermati con la pandemia. I distretti produttivi sono le punte di diamante dell’economia regionale. Le imprese dei distretti vanno meglio delle altre e l’operare in un contesto di filiera spinge a fare innovazione e investimenti. La ripartenza delle imprese nel 2022 rischia però di essere frenata e di esaurirsi a causa dei rincari. Insomma, le incertezze non mancano ma c’è grande attesa per il pieno avvio dei progetti legati al Pnnr, che attiverà investimenti per oltre 235 miliardi di euro fino al 2026. Una straordinaria occasione di crescita per la nostra economia. Le imprese devono poter cogliere pienamente le opportunità create dal piano».