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«Puntiamo su soluzioni innovative. Rispettando la tradizione»

Le sfide per il nuovo anno di Coldiretti. Il punto della presidente Maria Letizia Gardoni
di Francesco Moroni

GARDONI, che scenario si apre per l’agricoltura marchigiana? E quali prospettive accompagnano l’inizio dell’anno appena cominciato?

«Nell’ultimo anno il settore ha dovuto fare i conti con varie avversità. Venivamo da una situazione economica difficile con l’aumento dei costi delle materie prime e della produzione, abbiamo affrontato un anno di inflazione galoppante».

Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, traccia un bilancio del settore in un 2024 caratterizzato dall’incertezza e la voglia di rilancio dopo dodici mesi complicati. A partire dalla questione climatica. Ci dica di più.

«Sul fronte ambientale il 2023 sarà ricordato come l’anno delle precipitazioni violente e continue, dopo un 2022 estremamente secco. I cali della produzioni hanno riguardato le principali colture come i cereali, il vino, l’olio, il miele e l’ortofrutta. Tuttavia l’agricoltura italiana è riuscita a resistere e, nonostante le perdite della produzione, resta sul podio europeo dopo la Francia per il valore aggiunto, e al terzo posto per la produzione dopo Francia e Germania. Il nostro Paese ha comunque fatto meglio della Unione Europea anche per quanto riguarda il reddito agricolo mettendo a segno un incremento del 4,2% a fronte di un -6,6% della media Ue 27».

Il 2024 inizia quindi con prospettive diverse rispetto al passato?

«Da più parti sentiamo dire che il peggio è alle spalle, ma il settore agricolo dovrà fare i conti con sempre nuove sfide, senza fare l’errore di affidarsi a ricette del passato. Dobbiamo avere la capacità, dimostrata da tante imprese agricole, soprattutto quelle condotte da giovani, di approcciare soluzioni innovative, senza tuttavia perdere la tradizione, che è poi ciò che rende l’agricoltura italiana distintiva e rinomata in tutto il mondo».

Quali sono i principali punti critici e i nodi principali per gli agricoltori marchigiani?

«Nel corso del 2023, dal punto di vista politico, abbiamo visto come alcune lobbies abbiano spinto per portare l’Unione Europea su strade che non ci convincono affatto: farine di insetti, carne sintetica prodotto in laboratorio, messaggi allarmistici su prodotti tradizionali d’eccellenza come la carne e il vino. Da una parte si dice che la Dieta Mediterranea sia la migliore al mondo, la più salubre, dall’altra la si attenta con campagne di disinformazione sponsorizzate da grandi gruppi transnazionali. L’impegno di Coldiretti è massimo per tutelare chi produce e i consumatori e il nostro esempio è preso anche dalle associazioni agricole di altre nazioni».

Anche in virtù di questi elementi, quali richieste avanzate alla politica e al governo?

«Il governo ci ha ascoltati nella battaglia contro il cibo sintetico e oggi, nella stessa Francia, alcuni parlamentari hanno depositato una proposta di legge che va in questo senso. Alla politica chiediamo di restare ferma e di confermare tutte le misure affinché il settore possa affrontare criticità attuali e passate come, nelle Marche, il terremoto e l’alluvione».

Su questo bisogna insistere?

«In questi giorni guardiamo con fiducia ai lavori parlamentari chiedendo l’approvazione del ‘Milleproroghe’, che contiene diverse misure fondamentali, come l’esenzione Irpef e i contribuiti per i giovani agricoltori neo insediati, la proroga per la revisione delle macchine agricole e del periodo transitorio dell’effettiva operatività del nuovo Sistema di identificazione e registrazione degli operatori e degli animali. Non da ultimo, l’accisa ridotta per i microbirrifici anche per il 2024».

Questi provvedimenti cosa comporterebbero?

«Si tratta di misure che andrebbero a rafforzare quelle già previste dalla Manovra 2024 come, ad esempio, la conferma delle agevolazioni per il gasolio agricolo, a differenza di quanto avviene in altri stati europei come Francia e Germania dove infatti gli agricoltori stanno protestando».

Sono queste le principali sfide che vi attendono nel prossimo futuro?

«La sfida per il futuro è nella filiera. Il Made in Italy ha un valore mondiale e noi su questo dobbiamo puntare. Dal campo alle agroindustrie alla tavola il cibo deve essere di qualità e garantire il giusto reddito a tutti gli attori che sono coinvolti».

Non da ultimo, il capitolo legato alla transizione digitale.

«L’agricoltura del futuro conta sulla digitalizzazione. Coldiretti ha stretto un accordo con Tim per portare la banda larga e il 5G nelle aree interne e rurali e con l’agricoltura di precisione daremo una risposta a un miglior utilizzo di risorse, energetiche e idriche, ad esempio, e nuove tecniche di coltivazione in grado di affrontare la grande emergenza del cambiamento climatico».