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«Dall’Europa serve un cambio di indirizzo per l’agricoltura»

Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura E-R, invoca politiche produttive realmente sostenibili per le imprese
di Marco Principini

CALO dell’1,4% per la produzione agricola italiana nel 2023 a causa del clima (fonte Istat), flessione dei prezzi all’origine per le principali commodity, l’incognita dei consumi e le continue guerre che minacciano il commercio estero adombrando nuovamente lo spettro della fiammata dell’energia. «Il 2024 comincia in salita e per gli agricoltori della regione ancora di più – osserva il presidente regionale di Confagricoltura, Marcello Bonvicini –: l’Emilia-Romagna registra tagli alla produzione di frutta, ortaggi, vino, cereali e colture industriali ben superiori alla media nazionale».

Presidente Bonvicini, qual è lo scenario per il 2024?

«I conti non tornano, così le aziende sono costrette a chiudere. Nel 2023 la riduzione dei prezzi all’agricoltore ha interessato i principali comparti regionali – grano, mais e soia ma anche vino sfuso e prodotti d’eccellenza come il Parmigiano Reggiano – con inevitabili ricadute sulle filiere alimentari dell’Emilia-Romagna, a fronte di costi di produzione che si sono mantenuti complessivamente elevati anche per il carico finanziario dovuto al balzo dei tassi di interesse».

L’Europa non vi aiuta?

«Assolutamente no. Da qui bisogna ripartire. Basti pensare che oggi ci dobbiamo confrontare con l’obbligo imposto dalla nuova Politica agricola comunitaria di non coltivare il 4% della superficie agricola che per l’Emilia-Romagna significa più di 30 mila ettari attualmente produttivi. Davvero sconcertante: è un duro colpo per l’imprenditoria agricola. In questo modo si indeboliscono anche le filiere del cibo che dovranno per forza approvvigionarsi altrove, sui mercati esteri».

Cosa chiedete ai nuovi europarlamentari che entreranno in carica quest’anno?

«Un cambio di indirizzo a partire dalla revisione della Pac. L’agricoltura è una risorsa fondamentale per il mercato europeo. Occorrono politiche produttive sostenibili economicamente che mettano gli agricoltori nelle condizioni di coltivare, con meno vincoli burocratici e più tutele per salvaguardare redditi e posti di lavoro».

Gli agricoltori tedeschi sono scesi in piazza contro la cancellazione delle agevolazioni al gasolio agricolo decisa dal governo di Berlino. Temete tagli ai sussidi anche in Italia?

«Ci auguriamo che permanga l’attuale defiscalizzazione del gasolio. È uno degli elementi che incide maggiormente sul costo del prodotto finito e quindi sul carrello della spesa. D’altronde non c’è ancora un’alternativa al motore endotermico per i trattori e le macchine operatrici. Inoltre l’aumento del costo dei carburanti minaccia la competitività delle nostre aziende agricole, che hanno costi maggiori rispetto a chi produce fuori Europa».

Da sempre Confagricoltura Emilia Romagna pone al centro il sostegno al comparto frutticolo, in difficoltà per crisi di mercato, fitopatie e cambiamento climatico tra cui il rischio di gelate primaverili ed eventi atmosferici estremi. Quali sono le priorità?

«Riteniamo inderogabile la riforma della normativa sulla gestione dei rischi in agricoltura per arrivare a una maggiore diffusione delle coperture assicurative, alla riduzione dei costi per gli agricoltori e alla semplificazione delle procedure. Tale richiesta parte dai frutticoltori ma interessa tutti gli agricoltori, dai cerealicoltori ai viticoltori. Un sistema assicurativo efficace è un fattore di divario competitivo tra le imprese in ambito europeo».

ll settore suinicolo teme la diffusione della peste suina africana nel bacino padano. Come intervenire?

«Non c’è più tempo da perdere. Gli allevatori sono preoccupati. Confagricoltura Emilia Romagna chiede l’applicazione del piano nazionale di sorveglianza ed eradicazione della Psa emanato dal Ministero della salute per proteggere dal virus il patrimonio suinicolo italiano, anche con l’intervento delle forze armate se necessario, seguendo così l’esempio di altri paesi europei. Bisogna inoltre definire una roadmap che coinvolga tutta la filiera suinicola per evitare eventuali contaminazioni, linee operative con misure di sostegno per gli allevatori e prevedere uno stanziamento di risorse ad hoc».