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Claudio Gallerani: «La bieticoltura regge bene. Il futuro è una filiera biologica e sostenibile»

Il presidente di Coprob: «Il settore ha tenuto nonostante pandemia e scarse piogge. Il buon prezzo dello zucchero ci darà conti mediamente positivi»
di Vittorio Bellagamba
Claudio Gallerani, presidente di Coprob

La bieticoltura italiana ha retto bene nel 2021 malgrado le scarse piogge e la pandemia che hanno segnato l’andamento del settore. Un bilancio dell’attività è tracciato dal presidente di Coprob Claudio Gallerani: «Il 2021 è stato pesantemente segnato dalla situazione pandemica e da un andamento stagionale complesso, con zone in cui si è avuta scarsissima piovosità. Tutto sommato, però, la bieticoltura ha retto bene. E, visto il buon andamento del prezzo dello zucchero, avremo un bilancio mediamente positivo per la Cooperativa ».

Qual è il quadro congiunturale della bieticoltura?
«È ancora un quadro competitivo che registra, da una parte, le difficoltà dovute al cambiamento climatico e malattie connesse, ma che dall’altra ha fatto passi molto importanti per contrastarlo, attraverso la nuova genetica e la nuova tecnica agronomica. La bieticoltura italiana rappresentata da COPROB-Italia Zuccheri è già pronta per mettere a terra in un paio d’anni la filiera sostenibile SQNPI e biologica; rispecchia i parametri stabiliti dall’Europa con la nuova PAC e il Farm to Fork. Una bieticoltura che cresce nell’innovazione in campo ma anche, per la prima volta in Italia, nel prodotto, con il consolidamento dello sviluppo sul mercato di Nostrano, lo zucchero grezzo di bietola che oggi è anche bio».

Lo sviluppo dell’azienda come proseguirà nel 2022?
«Abbiamo un programma di sviluppo industriale rivolto principalmente alla cura per l’ambiente; stiamo infatti investendo da tempo per abbattere consumi ed emissioni. Continueremo il lavoro di sviluppo e ampliamento delle produzioni, dal punto di vista agricolo e industriale, perché c’è grande attenzione del mercato per lo zucchero italiano ».

Quali sono i progetti da realizzare nei prossimi anni?
«Nei prossimi due anni il primo progetto è completare il lavoro sulla filiera sostenibile, mettendo a terra il lavoro iniziato nel 2020, e portarla fino alla distribuzione del prodotto. Avvieremo la costruzione del Distretto dello zucchero italiano, con tutti gli attori della filiera, dal campo alla tavola. Grande attenzione poi sull’innovazione del trasporto: lavoreremo su progetti per abbattere le emissioni e stiamo valutando l’eventuale trasformazione dei nostri impianti biogas per la produzione di biometano a partire dalle polpe».

L’innovazione tecnologica sarà sempre più rilevante per lo sviluppo dell’azienda?
«La bieticoltura sarà sempre più tecnologica; come cooperativa stiamo procedendo alla messa a terra di molte innovazioni della meccanica agricola attraverso l’inserimento di meccatronica, robotica e precision farming. Ciò porterà a una rivoluzione nella filiera agricola, riducendo le emissioni e l’uso della chimica; arriveremo poi a tracciare digitalmente tutta la filiera dal campo alla tavola per la sicurezza di tutti, del consumatore in particolare».

Come si coniugano crescita aziendale e sostenibilità?
«Noi ne abbiamo fatto una bandiera già da anni e abbiamo lanciato il patto per lo zucchero europeo al fine di ottenere regole chiare e uguali per tutti per poter competere ad armi pari: ad esempio i bieticoltori italiani, a differenza di quanto avviene negli altri stati europei, producono utilizzando semi che non contengono neonicotinoidi nella concia: siamo una filiera che vuol stare dalla parte dell’ambiente, delle api e del consumatore. Il nostro impegno è riconosciuto da Legambiente che ha posto il suo logo sui nostri pacchi di zucchero 100% italiano. Abbiamo inoltre appena avviato un progetto di filiera dolce con CONAPI-Mielizia a sostegno dell’ambiente e a favore delle api e degli insetti pronubi e da quest’anno i nostri bieticoltori potranno seminare fasce fiorite attorno ai bietolai. Cominceremo con la coltivazione bio, ma l’obiettivo è completare la filiera in un paio d’anni in modo da avere questi sovesci fioriti che attirano le api, consentono di monitorare gli insetti facendo fare una lotta guidata mirata. E fanno bella la campagna».