Cristina Zucchetti, presidente di Zucchetti Group

Zucchetti, multinazionale tascabile che batte i colossi stranieri. «Il lavoro ibrido è il futuro»

Con ricavi per oltre 1 miliardo di euro nel 2020, più di 700mila clienti e oltre 40 anni di esperienza alle spalle, Zucchetti è la prima azienda italiana di software. Il gruppo, che ha da sempre sede a Lodi, fondato da Domenico Zucchetti (detto «Mino«), oggi guidata dai suoi figli Alessandro e Cristina, conta oltre 7mila persone, delle quali 2mila sono esclusivamente dedicate ad attività di ricerca e sviluppo, a cui si aggiungono oltre 2mila business partner, dei quali 350 operano all’estero in più di 50 Paesi. Una storia di successo che ha come protagonista Cristina Zucchetti, presidente di Zucchetti Group (la holding del gruppo) e membro del consiglio d’amministrazione della Spa.

Cristina Zucchetti, qual è la situazione del mercato in questo momento?
«Il mercato digitale in Italia, dopo un 2020 di stagnazione dovuta allo scoppio della pandemia, nel 2021 ha pienamente intercettato la ripresa e le stime di pochi mesi fa davano un mercato in crescita del 6%. Se poi ci limitiamo al comparto software la crescita stimata era dell’8%. Come Zucchetti ci aspettiamo un aumento percentuale del fatturato a doppia cifra rispetto al 2020».

Cosa prevede per il 2022?
«Il prolungarsi dell’emergenza sanitaria è sicuramente un fattore negativo anche sul piano economico, in particolare per i settori dell’ospitalità e della ristorazione sui quali abbiamo investito molto negli ultimi anni. Tuttavia, grazie anche alle soluzioni in cloud e alle nuove applicazioni digitali che abbiamo sviluppato per loro, i nostri clienti stanno continuando a lavorare e hanno anche colto l’occasione per riorganizzare i propri processi nell’ottica di una maggiore produttività e di una riduzione dell’inefficienza causata da sistemi informativi obsoleti e dall’utilizzo di documenti cartacei».

Secondo lei si tornerà mai al lavoro pre-pandemia?
«Certamente no. Lo smartworking è diventato una modalità operativa consolidata. In Zucchetti abbiamo già definito questo modello di lavoro ibrido che continuerà anche al termine dell’emergenza sanitaria e che ha incontrato il gradimento dei nostri collaboratori in termini di flessibilità, autonomia di gestione e riduzione degli spostamenti casa-lavoro».

Il gruppo Zucchetti è sempre alla ricerca di personale. Quante e quali posizioni ricercate?
«Purtroppo è difficile trovare tutte le figure professionali che ci occorrono perché è ancora elevato il gap tra domanda e offerta di lavoro per quanto riguarda i profili di tipo tecnico-informatico. Al momento abbiamo ben 154 posizioni aperte tra programmatori, sviluppatori e sistemisti, data architect, data scientist, ma anche ruoli dedicati alla gestione del cliente, come consulenti applicativi e project manager».

Tra gli appalti internazionali più importanti per il gruppo c’è il Mondiale di calcio in Qatar che inizierà a dicembre: quanto è stato importante per Zucchetti essere tra i protagonisti della manifestazione?
«Aver battuto la concorrenza di aziende americane, russe e cinesi per la gestione della sicurezza di sei degli otto stadi che ospiteranno i prossimi Mondiali di calcio in Qatar credo sia motivo di orgoglio non solo per Zucchetti come azienda in sé, ma anche come rappresentante dell’eccellenza italiana nel campo dell’Information Technology. Per noi il controllo degli accessi è sempre stato una componente fondamentale della nostra offerta per le aziende, ma siamo andati oltre estendendo le nostre competenze anche per la gestione dei grandi impianti destinati allo sport e all’intrattenimento. Oggi siamo leader mondiali in questo settore, con più di 120 stadi automatizzati in Italia e all’estero».

Human Revolution: di cosa si tratta?
«Human Revolution» è il nome che abbiamo dato alla nostra nuova offerta di gestione delle risorse umane che comprende, oltre alla tecnologia, il coinvolgimento delle persone e un ripensamento dei processi e modelli organizzativi. In sintesi si tratta di un nuovo modo di lavorare basato su modelli di comunicazione e collaborazione efficaci e capillari, sistemi di pianificazione di costi, spazi e tempi di lavoro, nuove competenze da trasferire a manager e dipendenti, dashboard di monitoraggio per il continuo miglioramento».