Un anno di incertezza

Se per molti la parola che descrive il 2022 è permacrisi (crisi permanente), per tanti altri sarà anche quella che – purtroppo – etichetterà il 2023. È un’utopia pensare che bastino pochi mesi per scacciare via la tempesta perfetta che ha come ingredienti un’inflazione mai vista ai tempi dell’euro, il ritorno della guerra in Europa e lo spettro del Covid e della pandemia. E quindi probabilmente fra dodici mesi ci ritroveremo a fare i conti con un altro anno di difficoltà per l’economia. L’incertezza regna sovrana e quando c’è incertezza tutto si blocca: dagli investimenti ai progetti con tanti saluti alla fiducia che è uno dei motori del sistema economico.

Insomma si vede grigio e con questo bisogna fare i conti, con concretezza. Per sconfiggere una crisi non bastano i richiami alla compattezza o a chissà quale amore per la Patria, occorre invece sudore e tanta tanta resistenza. Con idee che permettano di avere carte da giocare se e quando arriverà la ripresa. Il tessuto imprenditoriale dell’Emilia Romagna, e anche quello delle Marche, ha tutte le carte in regola non solo per limitare i danni, ma soprattutto per scavallare la montagna delle difficoltà e ritrovarsi con tutti i fondamentali per poter tornare a correre come prima del Covid. Occorre però una visione strategica da parte di chi governa, soprattutto nell’impiego dei fondi che l’Europa ci ha assegnato. Questo potrebbe essere una medicina per alleviare i dolori della permacrisi. Si vedrà.