Cristiano Fini, presidente di Cia

«Speriamo in una buona annata per le imprese. Più sostegni al turismo e agli agriturismi»

«Campi devastati dai cinghiali, fitopatie e siccità causati dai cambiamenti climatici, prezzi delle produzioni agricole inadeguati e insostenibili, attacchi ingiustificati al nostro settore da parte di ambientalisti: lasciamo alle spalle una annata non certo entusiasmante che fa riflettere ». E’ l’amara considerazione di Cristiano Fini, presidente di Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna, che analizza l’andamento del 2021. Dati che saranno motivo di riflessione e di confronto da parte dei gruppi dirigenti della Confederazione che nelle prossime settimane svolgerà assemblee elettive territoriali per giungere all’assise congressuale che sancirà anche il rinnovo delle cariche.

Sarà quindi un momento di riflessione di una situazione che giudica critica?
«Anche. Ma soprattutto avvieremo un confronto con gli agricoltori e i cittadini sui temi che riguardano le imprese e le famiglie delle zone rurali. Sarà l’occasione per dare anche risposte concrete. Il 2022 sarà caratterizzato dai bandi regionali del Piano di Sviluppo Rurale (si tratta di circa 400 milioni) e dal percorso per i bandi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Sarà l’anno dei criteri della nuova Pac 2023-2027 e, si spera, un’annata proficua per le nostre imprese dal punto di vista economico e produttivo».

In Emilia Romagna l’agricoltura sociale è sancita ora da una specifica legge.
«Si, l’abbiamo voluta fortemente. Coniuga anche attività già attive e consolidate come le fattorie didattiche. Ribadiamo il ruolo essenziale in questo senso delle aziende agricole e dell’imprenditoria femminile. L’agricoltura sociale ha avuto, in questi anni, un riconoscimento sempre maggiore, anche dal punto di vista normativo, grazie alla legge n. 141/2015 che l’ha ufficialmente inserita tra le attività che possono essere svolte dalle aziende agricole ed una conferma puntuale della recente legge dell’Emilia Romagna. È un’opportunità per coniugare l’esigenza di valorizzare le persone con diverse abilità e più ‘fragili’ e quella delle aziende agricole di trovare nuove modalità imprenditoriali. Una possibilità concreta, dunque, per gli imprenditori e soprattutto per le imprenditrici agricole. Sono loro che riescono meglio ad approcciarsi a questa attività che prevede profonda sensibilità, propensione all’accoglienza e capacità di innovazione. La Cia ha sostenuto questo approccio multifunzionale e sociale, che può diventare una possibilità di fare reddito e di dare un sostegno alle nostre comunità».

L’agriturismo è un altro settore che ha accusato il colpo della pandemia, come sta affrontando questa contingenza?
«Il settore agrituristico ha chiuso il 2021 con l’80% delle disdette nel solo mese di dicembre e con il telefono che rimarrà muto almeno fino alla prossima Pasqua. Gli operatori del settore sono costretti a rincorrere le misure per il turismo, ma le risorse non sono assolutamente sufficienti. È così che Turismo Verde, l’associazione per la promozione agrituristica di Cia, sta tornando all’analisi del Bilancio di previsione dello Stato e in vista di un 2022 da riprogrammare con priorità messe ‘nero su bianco’. Le oltre mille strutture agrituristiche emiliano romagnole restano, dunque, costrette a rincorrere le misure relative al turismo, affrontando anche con i codici Ateco una condizione di secondarietà, essendo le attività agrituristiche connesse a quelle agricole».

Cosa chiedete alle istituzioni?
«Chiediamo al Governo di fare di più per il turismo e gli agriturismi. Serve un nuovo decreto sostegni, basato su un diverso scostamento di bilancio per garantire ristori anche alle strutture agrituristiche e per sostenere i rincari dovuti all’aumento dei costi di materie prime».

La vostra associazione segnala anche difficoltà per gli agricoltori in pensione.
«Sì, c’è il rischio tanti agricoltori con assegni al minimo che precipitino di colpo in una condizione d’indigenza, impossibilitati a far fronte all’aumento esponenziale del costo della vita, tra caro energia, inflazione ed effetti della pandemia»