Dario Domenichini, presidente di Confesercenti Emilia Romagna

«Situazione critica, ristori insufficienti»

Il 2021? «È andato male, purtroppo. Non si può certo dire che sia stato un anno facile». Il 2022 appena cominciato? «Assolutamente disastroso». Dario Domenichini, presidente di Confesercenti Emilia Romagna, non nasconde la «forte preoccupazione » per la tenuta delle imprese di commercio, turismo e servizi.

Presidente, di male in peggio?
«Il 2022 dovrebbe essere l’anno del rilancio, della ripresa, del ritorno ai volumi del 2019. Invece… ».

È cominciato male.
«Un disastro. Siamo in una sorta di lockdown di fatto, fra smart working, quarantene, isolamenti e paura del contagio. Se a questo sommiamo l’aumento folle dei costi di carburanti ed energia elettrica, il quadro è completo ».

Il 2021 è stato totalmente negativo?
«Dopo l’inverno 2020-’21 c’erano molte aspettative. Durante l’estate c’era stata una certa ripresa. Poi, con l’arrivo della variante Omicron, già a inizio autunno sono apparse le prime difficoltà, poi sfociate con in un dicembre disastroso».

Come si è chiuso l’anno?
«Per la ristorazione, dicembre può valere il 20-25% del fatturato annuo. Fra Natale, fine anno, cene aziendali… Tutto saltato. Nel turismo, il calo di presenze è stato del 40,7% rispetto al 2019, anno di riferimento. In generale, nel 2021 c’è stato un +5% sul 2020, anno in cui però avevamo avuto un crollo del 40-50%».

Veniamo all’anno in corso.
«Abbiamo cominciato con le prime bollette monster. Il costo di energia e gas è aumentato almeno del 60%, fino a raddoppiare. Per le imprese di turismo e ristorazione sono costi impressionanti. Se poi contiamo il crollo dei consumi interni, perché le bollette volano anche per le famiglie, siamo di fronte a una stangata incredibile».

I saldi servono a dare ossigeno al commercio?
«Dopo il primo fine settimana, che faceva ben sperare, si è bloccato tutto».

Quali settori soffrono di più in questo inizio d’anno?
«In Emilia Romagna, bar e ristorazione segnano un calo di fatturato del 60-70%. Gli alberghi, quando non sono chiusi, non superano il 25% di occupazione. Significa un calo di oltre il 70%».

Che cosa chiedete alle istituzioni?
«In primis, in merito alla gestione della pandemia, auspichiamo una maggiore semplificazione nella gestione di contagi e quarantene. Fin qui c’è stata, diciamo, una certa confusione».

È soddisfatto delle misure previste dal nuovo decreto ristori?
«Si è riconosciuta la profonda crisi che colpisce le attività economiche, specie nel commercio e nel turismo. Ma le risorse stanziate non sono sufficienti. E siamo molto delusi per gli interventi in tema di ammortizzatori sociali e per la mancata proroga della Cassa Covid. La Cig Covid è invece una misura fondamentale per evitare che molte imprese, soprattutto piccole, chiudano ».

Sul nodo dei costi dell’energia?
«I tagli previsti in materia di costi energetici ci sembrano, al momento, soddisfacenti. A questi livelli il caro bollette non era più sopportabile. Anche qui, la situazione è critica soprattutto per le piccole e piccolissime imprese, già in difficoltà a causa del calo dei consumi».

Chiedete anche interventi sui mutui?
«In una situazione simile a un lockdown, è indispensabile che, oltre ai ristori per bar, ristoranti, alberghi e per il commercio, si riparta da una moratoria sui mutui e sulle scadenze fiscali. Anche su questo, purtroppo, non ci sono ancora risposte».

Come possono intervenire Regione e Comuni?
«Speriamo che anche quest’anno i Comuni possano ridurre la Tari. E anche la Regione può aiutare, intervenendo sull’Irap. E siamo in attesa dei bandi per i ristori che le Camere di commercio stanno per mettere in atto. Ma è chiaro che gli aiuti determinanti sono quelli che possono venire dal governo».

Intanto, il governo vi chiede di controllare i Green pass. Che ne pensa?
«Ora sappiamo quali saranno le attività che dal primo febbraio dovranno chiedere il Green pass ai clienti. Io dico, bene i controlli, faremo la nostra parte. Ma non vorremmo che fossero i negozianti a fare i gendarmi. Sarebbe più opportuno pensare a controlli a campione da parte delle forze dell’ordine».

Dal punto di vista delle regole, che cosa sperate per l’immediato futuro?
«Che nei prossimi mesi, come già sta accadendo in Gran Bretagna, ci sia un allentamento delle misure e si possa arrivare, nelle prossime settimane, al ritorno a una pseudo-normalità che permetta di farci convivere con il virus».