Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze

«Sicurezza dei clienti. E poi le misure anticrisi. I supermercati propulsori sociali. Più consorzi e strategie mirate»

Come fronteggiare una crisi tra necessità d’impresa e sostegno sociale ai cittadini. La presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze, Daniela Mori ha fatto il punto sugli obiettivi della cooperativa per il prossimo anno. Cominciando con un’analisi di quello precedente.
«Il 2021 è stato un anno ancora caratterizzato da una crisi senza precedenti i cui effetti si fanno sentire in modo forte anche in questo inizio 2022. La nostra cooperativa lo ha affrontato cercando in primis di mantenere costantemente alto il livello di sicurezza, attraverso azioni di prevenzione dirette al nostro personale e l’adeguamento delle nostre strutture di vendita per garantire a soci e clienti un accesso sicuro alla spesa. In un momento in cui le difficoltà generate dalla crisi incidevano pesantemente sulla vita delle persone abbiamo investito risorse importanti per tutelare il carrello della spesa. Queste azioni evidentemente sono state apprezzate da soci e clienti e questo ci ha permesso di chiudere un anno difficile con un risultato positivo che ci rafforza nella convinzione di concentrare le nostre energie per attutire l’impatto dei bisogni che stanno emergendo».

Quanto si fa sentire per la cooperativa l’aumento esponenziale dell’energia e delle materie prime?
«La situazione che stiamo vivendo è il risultato di più fattori: scarsità, a causa dei cambiamenti climatici, di alcune materie prime provenienti da determinate zone geografiche; il blocco della produzione all’inizio della pandemia, seguito poi dalla ripresa della domanda e da difficoltà e ritardi nella riattivazione delle filiere; non ultimi i fenomeni speculativi.
Su tutto questo pesa anche l’aumento del prezzo dell’energia fino al 400%, una vera e propria esplosione dei costi energetici che non sarà momentanea. Il rischio che corriamo è che questi aumenti siano trasferiti, a cascata, sulle imprese di produzione, sul sistema distributivo ed infine sul consumatore».

Come se ne esce?
«Stiamo lavorando per contenere i pesanti aumenti dei prezzi che già sono presenti nei listini dei fornitori, allo scopo di attutire l’impatto sui nostri soci. La questione però è complessa e nessuno da solo può contenere questa ondata. Credo che il tema vada affrontato con grande senso di responsabilità da parte di tutti: ognuno deve provare a mettere in atto azioni che «assorbano» una parte dell’aumento inflattivo, contenendola nel tempo. Il ruolo delle istituzioni sarà necessario per non perdere le opportunità che il nostro Paese ha in questo momento e soprattutto per non ampliare il solco delle diseguaglianze non solo tra i consumatori. Serve un patto quindi fra i vari attori della filiera, che favorisca l’unione in consorzi per una programmazione a lungo termine anche per l’acquisizione di energia».

Quali saranno le novità 2022 in Unicoop?
«La prima priorità del 2022 è la riapertura del punto vendita di Ponte a Greve, distrutto da un incendio nello scorso giugno, che contiamo di riaprire entro il mese di marzo. Restituiremo alla città di Firenze e al quartiere un punto vendita ampliato e con novità importanti che ci auguriamo possano soddisfare le esigenze dei soci che lo frequentano. L’impegno più consistente del 2022, però è il passaggio dei 29 punti vendita situati nelle province di Siena e Arezzo che abbiamo acquisito da Coop Centro Italia, attraverso la nostra partecipata Terre di Mezzo. Un’operazione che ci vedrà confrontare con un territorio diverso e ricco di tradizione alimentare, con differenti tipologie di punti vendita e con nuovi soci».

I progetti sociali
«I supermercati durante la pandemia sono diventati luoghi di necessità e luoghi di relazione, ma nel nostro caso hanno svolto anche un ruolo di propulsione sociale, promuovendo progetti come le camminate alla scoperta del territorio o la creazione di un bosco a Montopoli, lì dove prima c’era un allevamento intensivo. Se partiamo dai bisogni delle persone le nostre risposte avranno un impatto sociale, sia che si tratti di un supermercato o di un progetto sociale. Si comincia anche in questo modo a ridurre le diseguaglianze: offrendo opportunità a chi ne ha meno a disposizione, sia che si tratti di comprare un prodotto o della possibilità di visitare un museo o anche di aiutare una casa-famiglia o una piccola associazione al servizio di persone in difficoltà».