Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta

Produzione ridotta e altissima qualità. Il binomio vincente del Franciacorta

Alla fine, davanti all’evidenza si deve arrendere anche chi è cresciuto in una fetta di Lombardia dove il «saper fare» è genetica e arte di trovare una soluzione a tutto. Allarga le braccia perfino lui, Silvano Bresciani, imprenditore vitivinicolo, presidente del Consorzio Franciacorta e maestro d’ottimismo, perché non si può bleffare con i numeri: «È stato un 2022 poco generoso in termini quantitativi. E del resto, in tempi recenti abbiamo dovuto spesso registrare, tra siccità e caldo, un meteo poco conciliante con il potenziale delle vigne. Conti alla mano, la vendemmia ci ha consegnato una produzione ridotta del 20-25% rispetto al 2021», spiega.

Rifugiandosi in una considerazione aggiuntiva che vale il riscatto: «È stato comunque un anno positivo, per la qualità dei vini e per i riscontri sul mercato. Ancora una volta si conferma la nostra leadership tra le denominazioni del Metodo Classico». Morale: dati più che confortanti, pensando che solo tre anni fa, il motto franciacortino era «difendere le posizioni» e la vendita stentava a raggiungere i 16 milioni di bottiglie. I numeri che fotografano l’anno appena trascorso sono loquaci: «Un trend lusinghiero nel primo quadrimestre, una sensibile contrazione tra maggio e agosto, quindi una ripresa negli ultimi mesi del 2022, sufficiente a fare registrare un +2-3% complessivo rispetto al 2021 e a quantificare in una ventina di milioni le bottiglie vendute in Italia e all’estero».

Più precisamente: cresce la richiesta di vini «a basso dosaggio», freschi e accattivanti; tengono bene i Brut ed Extra Brut; e non perde colpi il Saten che è una «bandiera identitaria» della Franciacorta. Con tanto di consegna all’anno appena iniziato, ricco di eventi utilissimi per fare lievitare il blasone della Franciacorta tra le terre elette delle bollicine. Perché un 2023 ricco di spunti promozionali è un recinto temporale dove presentarsi come Official Sparkling Wine in appuntamenti dalla notevole ricaduta mediatica. A cominciare dalle Fashion Week milanesi e dalla celeberrima 1000Miglia per proseguire, in autunno, con la presentazione (la terza consecutiva) della nuova guida Michelin.

Senza dimenticare l’appuntamento più iconico dell’annata, perché – ricorda lo stesso presidente del Consorzio – sarà uno “tsunami“ di manifestazioni ed iniziative nelle due città, Bergamo e Brescia, che hanno avuto l’intelligenza di allearsi per diventare un’unica «Capitale italiana della cultura». Occasione strategica per un territorio vitato che, neanche a farlo apposta, si distende ad ovest della Leonessa d’Italia fino a lambire l’area orobica. E chance imperdibile per sfamare la curiosità degli enoturisti per un paesaggio viticolo che ha visto migliorare la politica di accoglienza delle cantine aderenti al Consorzio.

Metafora e acceleratore dell’economia locale, il vino diventa pretesto per esplorazioni che si estendono alla cultura e alla gastronomia. Brescianini insiste: «Dopo un lungo periodo di incertezza, tra lockdown totali e aperture parziali, un 2023 all’insegna di una sostanziale normalità non potrà che aiutare». Allusione nemmeno tanto subliminale alle possibilità di giocare carte importanti anche nell’export: in Giappone, Paese che dopo la pandemia si ripropone come mercato strategico; e negli States, sempre più interessati a consumare le bollicine a base Chardonnay (81%), Pinot Nero (16%), Pinot Bianco (3%) ed Erbamat» (1%) prodotte tra il lago d’Iseo e Monte Orfano. È il positivismo franciacortino che torna: anno nuovo, nuova vita.