«Partecipazione e confronto. Così tuteleremo le nostre realtà»

«Anche in un momento così delicato come quello attuale, bisogna avere il coraggio di rischiare attraverso innovazioni e investimenti. Ma soprattutto dobbiamo riuscire a trovare più momenti di confronto, non soltanto sui contenuti, ma anche su nuovi progetti. E riuscire, attraverso sistemi partecipativi, a fare discorsi prospettici».

Francesco Milza, presidente Confcooperative Emilia-Romagna, è chiaro. «Per guardare ai prossimi traguardi bisogna costruire, insieme, nuove prospettive».

Presidente Milza, con il nuovo anno si apre ora uno scenario ricco di sfide. Quali sono i prossimi obiettivi?

«Basta guardare all’anno appena terminato. Il 2022 ci ha, infatti, prospettato una serie di problematiche che vanno necessariamente tradotte in sfide. Confcooperative ha voglia di coglierle e di rispondere quindi alle imprese. A partire dal tema dell’energia, una delle criticità più rilevanti»

Quali ripercussioni hanno avuto questi rincari?

«I problemi riguardo l’energia erano già iniziati a emergere alla fine del 2021. Poi, con un’accelerazione speculativa dovuta anche alla guerra in Ucraina, la situazione è diventata allarmante. Pensiamo alle industrie, ad esempio. Un settore fortemente coinvolto: dall’aumento delle materie prime fino all’aumento costi alla fine delle filiere. Ma i settori fortemente colpiti sono tanti: pensiamo anche il sociale, ad esempio, che già durante la pandemia aveva pagato degli scotti significativi. Così come i trasporti, o la ristorazione, soprattutto quella collettiva»

C’è stata una risposta adeguata a queste esigenze?

«Si poteva fare di più»

Cioè?

«Si è ragionato considerando soprattutto la natura ’eccezionale’ di questa drammatica situazione. Ora, però, è necessario avere un quadro più strutturato: molte imprese stanno raschiando il barile e ora più che mai servono interventi che considerino l’emergenza per quello che è: un problema articolato, sul quale impegnarsi per trovare valide risposte e soluzioni».

Adesso, quindi, come intervenire?

«È necessario mettere in campo strumenti fortemente cooperativi e partecipativi, come le comunità energetiche. Nell’arco del 2022 c’è stata una legge regionale su questo tema e per questo vorremmo sviluppare iniziative che possano realmente contribuire per risolvere un problema importante e valorizzare, allo stesso tempo, il modello cooperativo»

In vista del futuro, poi, sarà necessario guardare anche al digitale con sempre più fiducia.

«Sì. E un altro aspetto strategico che puntiamo a sviluppare in vista di un mondo in continua evoluzione sono certamente le nuove tecnologie e il digitale. Anche per questo abbiamo aderito a IFAB, la fondazione coinvolta dal Tecnopolo di Bologna, che ospita il super computer Leonardo: il tema delle nuove tecnologie e del digitale si rivela fondamentale non solo per quanto riguarda gli aspetti di produzione manifatturiera, ma anche in termini di servizi e organizzazione delle filiere. A partire dall’ industria, fino alla logistica. Questa è una delle nostre prossime sfide, un aspetto su cui vogliamo crescere all’interno di un contesto regionale, in quanto il nostro territorio ha sempre ragionato in termini di crescita complessiva»

Ci sono prospettive di ripresa?

«Il 2023 sarà un anno interlocutorio, che dipenderà fortemente dai fattori esterni. A partire dal conflitto in Ucraina, un punto interrogativo da cui dipenderanno i prossimi scenari, positivi o negativi. Dal punto di vista dei numeri, è chiaro che non possiamo pensare di raggiungere anche quest’anno il pil al 4%, ma auspichiamo una stabilizzazione politica che aiuti a sostenere politiche per la famiglia e le imprese. Sarà necessario leggere lo scenario pensando a interventi strutturali, per un vero e proprio cambio di passo. Così come sarà necessario soffermarsi sul tema legato ai salari e alla produttività: chi non cresce nel primo aspetto, non cresce nemmeno nel secondo. È una sfida che tutte le forze sociali devono cogliere, e la politica agevolare».

Come valorizzare in pieno il ruolo della cooperazione sociale?

«In questa regione c’è una grande sensibilità rispetto a questo tema. Bisogna rilanciare le cooperative, perché consentono di svolgere un ruolo sociale e impiegare persone che, altrimenti, difficilmente troveranno un’occupazione. Sarà necessario coinvolgerle attraverso percorsi di partecipazione e conoscenza: le cooperative sono fortemente impegnate nel quotidiano, e dobbiamo riuscire a trovare sempre più occasioni di confronto, per condividere contenuti ma anche progettualità: questa è un’altra delle sfide che vogliamo cogliere. Anche in un momento complicato come quello attuale, bisogna avere il coraggio di rischiare, di investire, di innovare».