«Molte attività a corto di liquidità. Subito aiuti contro il caro bollette»

Sandro Assenti, presidente di Confesercenti Marche, quali sono oggi le criticità maggiori per le imprese della regione?

«I problemi sono evidenti, basta pensare alle bollette: ancora oggi il governo non riesce a trovare una soluzione che possa soddisfare le attività commerciali. Poi bisogna considerare l’aumento delle materie prime, l’inflazione che ha preso a correre come anni fa, il prolungamento della guerra in Ucraina, che rallenta fortemente la crescita ipotizzata la scorsa estate e in cui tutti speravamo: ecco con che cosa abbiamo a che fare. Da una parte, quindi, i prezzi che aumentano, e dall’altra la poca disponibilità economica dei nostri clienti. E non bisogna dimenticare, poi, che i costi fissi restano tutti».

Qual è dunque lo scenario nel quale si muovono le imprese marchigiane?

«Si cerca di sopravvivere, ma molti stanno già chiudendo i battenti, un quindici per cento delle imprese delle Marche è a rischio fallimento. Si tratta in particolare di quelle che lavorano nel settore commerciale, quindi i negozi di abbigliamento, ad esempio, ma anche i ristoranti e i bar, queste sono le attività più colpite. Il caro carburante, poi, non riguarda soltanto le aziende di trasporto, perché, incidendo sull’aumento dei costi delle materie prime, crescono anche le spese collaterali, quindi siamo in un circolo vizioso».

I segnali non sono positivi.

«Se la guerra in Ucraina non finirà, il rischio di chiusura per diverse aziende è veramente alto. Molte imprese, infatti, stanno sopravvivendo perché c’è stata una piccola ripresa dal 2022, dunque è entrata liquidità, è come se in quei mesi le imprese abbiano respirato un po’ d’ossigeno, ma ricordiamoci che veniamo da due anni terribili, con il Covid che ha creato infiniti problemi»

Quale parte del territorio delle Marche sta soffrendo di più?

«La zona costiera soffre molto, perché qui le attività commerciali, se d’estate hanno più redditività, d’inverno fanno invece più fatica delle altre. Mantenere infatti i costi fissi e la forza lavoro (non licenziano dipendenti per avere uno staff valido la stagione successiva) fa aumentare fortemente le spese. A proposito di turismo: nelle Marche c’è stato un aumento del quindici per cento del turismo straniero, anche se siamo ancora lontani dalla media nazionale».

Quali misure potrebbero essere di aiuto per le imprese?

«L’approccio al credito è diventato sempre più difficile, avere dei finanziamenti è complicato, ci arrivano parecchie segnalazioni dal territorio proprio in merito alla mancanza di liquidità e di difficoltà di accesso al credito. Servono poi una burocrazia meno complessa, una normativa per il recupero delle bollette di questa estate, quando abbiamo visto aumenti bestiali, anche del 400 per cento, e occorrono agevolazioni con iniezioni di liquidità contro questa inflazione e soprattutto disponibilità maggiore ad avere soldi, promessi da più parti, per ripagare bollette che oggi sono ancora da saldare. L’invito al governo è di accelerare tutti questi processi, perché le nostre aziende sono veramente al limite».

Sul fronte del lavoro quali interventi dovrebbe valutare il governo?

«La reintroduzione dei voucher è una nostra battaglia, che il governo sta recependo. I voucher potrebbero essere una boccata d’ossigeno per gli imprenditori, soprattutto nel periodo invernale in cui tutto si focalizza nel fine settimana. L’altro problema è collegato al fatto che non si trova più il personale, non si riscontra cioè un’adeguata offerta a fronte di una richiesta molto ampia, nonostante la crisi che c’è»