L’obiettivo deve essere la crescita
NON È SEMPLICE fare le carte al 2024, così come non è stato semplice decifrare almeno l’ultimo decennio dell’economia di Emilia Romagna e Marche. Discorso che vale anche per il panorama mondiale e italiano. Quest’anno, secondo le previsioni, la ricchezza prodotta dall’Emilia Romagna – il Pil per gli addetti ai lavori – salirà di pochissimo; scenari non certo migliori sono stati disegnati per le Marche. Insomma, si va avanti a passi piccolissimi.
Pesano le alluvioni, le ferite dei terremoti non ancora rimarginate, l’inflazione, le incertezze che provocano le guerre, un mix diabolico che sta mettendo al tappeto l’economia. Tutto scuro? No, perché non possiamo rassegnarci alla crisi permanente. Ecco quindi che occorre guardare avanti sfidando le avversità e dandosi come obiettivo la crescita. Al di là della forza imprenditoriale che hanno Emilia Romagna e Marche, saranno fondamentali gli interventi pubblici su diversi fronti. Partiamo dalle infrastrutture, con lo sblocco finalmente di cantieri importanti come quello del Passante autostradale di Bologna o della Cispadana. Mosse che si affiancano a progetti come la creazione di un centro logistico del colosso del commercio online Amazon nelle Marche, lo sviluppo delle fiere in Emilia Romagna dopo la quotazione in Borsa di quella di Bologna, un’armonizzazione dell’offerta degli aeroporti in Romagna e un rilancio di quello di Falconara.
Ancora, occorrono interventi sulla viabilità ancora azzoppata dopo alluvione e terremoto e appunto certezze sia negli aiuti agli alluvionati stessi che nella ricostruzione post sisma nell’entroterra marchigiano. C’è tanto da fare e c’è bisogno di un cambio di marcia: solo puntando in alto si può sperare in un’economia migliore per tutti.