«L’auto tiene Dacia e Renault tirano sempre. Noi continuiamo a investire»

Otto concessionarie, 14mila auto vendute nel 2022, un fatturato da 240 milioni di euro e circa trecento dipendenti. Sono numeri importanti quelli di Nuova Comauto, concessionaria Renault e Dacia attiva in larga parte della Toscana. «Il tutto nonostante l’anno appena concluso – spiega Gabriele Giusti, titolare del gruppo insieme al padre Fabrizio e alla sorella Francesca – sia stato piuttosto complicato per il mercato dell’auto. Eppure noi abbiamo continuato a crederci, a scommettere. E pensi, abbiamo pure aperto una nuova concessionaria ad Arezzo».

E allora perché un anno complicato?

«Le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime ha creato un vero e proprio tappo all’intera industria dell’auto. La guerra in Ucraina ha peggiorato ulteriormente la situazione perché, pochi lo sanno, ma in quel paese si producevano cablaggi e vetri elettrici per molte case automobilistiche».

L’aumento dei tassi d’interesse non ha aiutato.

«Esatto: in alcuni casi sono triplicati e questo ha portato a un generale raffreddamento della domanda verso gli acquisti con finanziamento».

Quale ha tenuto meglio tra i vostri marchi? Renault o Dacia?

«Posso dire che nel 2022 Dacia ha fatto registrare numeri ottimi che hanno permesso di tenere in equilibrio la situazione. Del resto i due marchi si rivolgono a un tipo di clientela diverso: Dacia punta a modelli meno sofisticati ma con prezzi per tutte le tasche, Renault guarda a un target più alto, in particolare coi nuovi modelli Megane elettrica e il suv Austral».

Quindi le persone comprano meno?

«No, comprano lo stesso. Ma stanno, giustamente, più attenti a tutto». Quali sono stati i modelli più venduti? «Sandero e Duster per Dacia, Captur per Renault».

Previsioni per il 2023?

«Il mese di gennaio sta andando molto bene. Per i prossimi mesi ci attendiamo un andamento simile a quello del 2022. La guerra che non accenna a finire e le incertezze economiche e sociali non mettono ancora le persone nella condizione di spendere con serenità».

Parliamo di elettrico.

«Il mercato dell’ibrido continua a crescere, perché si tratta di un prodotto in grado di rispondere bene alle esigenze della clientela. L’elettrico puro, invece, l’anno scorso ha fatto registrare un calo intorno al venti per cento».

Che cliente è quello che sceglie l’elettrico puro?

«Parliamo di persone particolarmente sensibili alle tematiche ambientali e con una capacità di spesa mediamente più elevata rispetto agli altri».

Come siamo messi ad auto in pronta consegna?

«Sinceramente? Male. Ma dobbiamo fare un ragionamento su questo tema».

Ci spieghi.

«Tutte le case automobilistiche sono giunte alla conclusione che produrre vetture per lasciarle mesi nei piazzali non ha alcun senso. Se qualche anno fa ogni bisarca arrivava con un 50% di auto vendute, adesso quella percentuale è salita al 95%. Si produce, essenzialmente, sul venduto. Ecco perché il mercato dei veicoli aziendali e a chilometri zero è pressoché sparito. Chi vuol cambiare macchina o veicolo commerciale, deve pensare a un’attesa che va dai tre ai cinque mesi»

E il mercato dell’usato come va?

«Molto bene. E’ cresciuto nell’ultimo anno nell’ordine del 10-15%. Da gennaio abbiamo deciso di trattare l’usato direttamente come Nuova Comauto, non più attraverso Car Shop. Per noi questo mercato vale 5mila macchine all’anno, quattro punti vendita e grandi prospettive di crescita». Qual è il segreto di un’azienda così vincente? «Nonostante i numeri, restiamo una realtà a gestione familiare. Certo l’impegno è quotidiano, non deve mai mancare la determinazione nel raggiungere gli obiettivi, la voglia di crescere e di farci trovare pronti se ci sono occasioni. E mai, ripeto mai, dimenticare la fortuna di avere collaboratori seri e molto motivati».