«Investimenti sui servizi pubblici per cambiare rotta. Boom di infortuni? Formazione on the job e ispezioni»

«Vogliamo proporre a Regione Lombardia un intervento che rafforzi gli strumenti nazionali per migliorare il potere d’acquisto di famiglie e pensionati in difficoltà economica. Vogliamo affrontare, sempre attraverso il miglioramento delle vigenti leggi regionali, le politiche del lavoro. Sul tema della riduzione del precariato riteniamo che la Regione, gli enti pubblici in generale, ma anche le aziende partecipate, possono fare molto impegnandosi a privilegiare i rapporti di lavoro a tempo indeterminato per i propri dipendenti e inserire clausole sociali nei bandi, per obbligare le ditte erogatrici dei servizi a instaurare rapporti di lavoro stabili e che applichino Ccnl sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative».

Enrico Vizza, segretario generale della Uil Lombardia, presenta il manifesto del sindacato rivolto ai candidati alle elezioni Regionali. Proposte che spaziano dalla sanità alla scuola, dai trasporti alla sicurezza nei luoghi di lavoro «ai fini di un rilancio economico sicuro ed equo di uno di motori industriali europei».

La pandemia ha messo alla prova il sistema sanitario. Quali sono le vostre proposte su questo ambito?

«Il Ssn si trova di fronte ad un’irripetibile occasione per le grandi opportunità offerte dal Pnrr, che per la nostra Regione finanzia 187 case di comunità, 64 ospedali di comunità e 101 centrali operative territoriali da realizzarsi entro il 2026; risorse destinate esclusivamente alla parte infrastrutturale, ma senza il capitale umano queste strutture rischiano di essere cattedrali nel deserto, occorre quindi intervenire con un aumento della spesa corrente vincolata al personale sanitario. Riteniamo, in generale, che vada privilegiato un sistema sanitario di erogatori pubblici e che quelli privati debbano essere integrativi e non sostitutivi. Malgrado le iniziative sindacali, inoltre, l’osservatorio sulle Rsa non è ancora funzionante. La sua messa in campo riveste carattere di urgenza».

Come potrebbe agire la Regione per il problema del precariato e del lavoro nero?

«Occorre che la Regione Lombardia metta in campo tutte le condizionalità sociali possibili per avere un’occupazione di qualità per ridurre il lavoro nero, quello in somministrazione e soprattutto lo staff leasing che nell’insieme stanno destrutturando l’occupazione con l’esplosione del lavoro precario. Il working poor spesso è dovuto ad una bassa scolarizzazione, basti pensare che Lombardia ci sono oltre 1,2 milioni di lavoratori, pari al 29%, con un percorso di istruzione scolastica non superiore al diploma di scuola secondaria di I grado. Bisogna intervenire subito con strumenti di politiche attive che permettano loro di acquisire competenze necessarie per restare nel mercato del lavoro, con una cabina di regia pubblica e attraverso la valorizzazione e il potenziamento dei centri per l’impiego».

Il 2022 è stato un anno tragico per la sicurezza sul lavoro: in Lombardia si sono registrate oltre 123mila denunce di infortunio, di cui 164 con esito mortale, e oltre 2.900 malattie professionali.

«Per la Uil si deve promuovere la formazione sulla sicurezza “on the job” che consente al lavoratore di acquisire nuove competenze osservando e, soprattutto, provando e mettendo in pratica ciò che via via apprende. Proponiamo che la Regione si faccia carico direttamente della formazione on the job, già sperimentata nella realizzazione del sito Expo 2015, per tutte quelle attività lavorative con profili di rischio. A partire dalle opere finanziate dal Pnrr, già oggetto del protocollo sottoscritto presso Regione Lombardia, riteniamo debba essere precluso l’accesso ai bandi per quelle imprese che violano la normativa sulla sicurezza. Inoltre vanno implementate le ispezioni, con un coordinamento più efficace fra le forze in campo».

Al tema del lavoro si intreccia anche quello della casa, sempre meno accessibile. Come invertire la rotta?

«L’housing abitativo solo in parte va a soddisfare i bisogni di quanti, pur avendo un reddito da lavoro, si ritrovano nell’impossibilità di far fronte ai costi del mercato immobiliare nel suo complesso. Occorre tornare a promuovere piani regionali di edilizia sociale/convenzionata favorendo la partecipazione dei Comuni. Oggi più che mai, inoltre, bisogna incentivare il trasporto pubblico: è fondamentale per raggiungere quegli obiettivi tanto attesi e auspicati in materia di transizione ecologica e lotta ai cambiamenti climatici»