«Il caro energia mette a rischio oltre 24mila Pmi. Servono aiuti»
Emanuele Pepa, presidente di Confartigianato Marche, prendiamo in esame l’anno appena trascorso. Quali sono i settori più in sofferenza?
«È una fotografia in chiaroscuro quella dell’artigianato marchigiano e delle piccole imprese per l’anno che ci siamo lasciati alle spalle. Alcuni settori hanno registrato buone performance, come l’edilizia, i mobili, la cantieristica del lusso, l’agroalimentare, mentre altri comparti hanno avuto delle evidenti difficoltà. Le attese per una ripresa generalizzata sono state messe in discussione dagli aumenti dei costi, dalla carenza di materie prime e dagli eventi bellici. Pensiamo ad esempio a uno dei settori più colpiti, quello dei trasporti: questo mondo è stato massacrato tra aumento delle materie prime e caro carburante. I prezzi alle stelle di elettricità, gas, carburanti hanno avuto in generale un impatto devastante. L’ufficio studi di Confartigianato ha calcolato che nelle Marche, per gli effetti del caro energia, sono a rischio 24.823 medie e piccole imprese (il 19,8% del totale delle Marche), che contano 91.782 addetti (il 21,2%)».
Che cosa chiedete per le imprese?
«Servono dei bandi a misura di piccole imprese, con risorse adeguate e l’immediata erogazione dei fondi alle aziende beneficiarie, prevedendo dei contributi a fondo perduto. Inoltre, è necessaria l’attivazione della programmazione comunitaria con interventi che favoriscano la digitalizzazione, l’internazionalizzazione e l’innovazione, per affrontare le nuove sfide della competizione globale e per acquisire nuovi mercati di riferimento. Ma sono fondamentali anche la realizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali, adeguati incentivi per la formazione di nuove competenze, l’accesso al mercato del lavoro e la creazione di impresa. Ora come ora, mancano le risorse per formare il personale, invece andrebbe ripensata e sostenuta una politica formativa per orientare i giovani nel mercato del lavoro».
Quali i problemi principali e quali le possibili soluzioni?
«Servono regole certe e durature per poter impostare i nostri progetti, la barca ha bisogno di una rotta. Gli artigiani, poi, sono bravi a tenere duro e a portare avanti l’attività, ma non si può navigare continuamente nell’incertezza. La nostra attesa è per un nuovo corso di politiche economiche a misura di artigiani e di piccole imprese, capaci di valorizzarne la qualità, l’innovazione e la capacità competitiva. Occorre dunque realizzare il giusto equilibrio tra le scelte di rigore e le indispensabili opzioni per la crescita, sono necessari la riduzione della pressione fiscale, lotta alla burocrazia, contenimento dei costi della pubblica amministrazione, migliore accesso al credito, servizi pubblici e infrastrutture efficienti. Servono specializzazioni, di cui c’è carenza, nelle Marche come ovunque, e dovremmo essere in grado di fare incontrare la domanda con l’offerta. Abbiamo bisogno di interventi mirati nei settori più innovativi, ma servono anche progetti di valorizzazione dei comparti forti del nostro manifatturiero tradizionale».
Quali sono le prospettive per il 2023?
«L’auspicio è che il peggio sia passato e che questo 2023 sia un anno ambizioso con la messa a terra di progetti infrastrutturali e del Pnrr attraverso l’apertura dei cantieri nei centri storici colpiti dal sisma e con interventi massicci, veloci e duraturi per combattere il dissesto idrogeologico, così da poter dare speranza e serenità alle nostre aziende e alle famiglie. Le imprese hanno bisogno di stabilità socio-politica ed economica. In questi anni hanno subìto una serie di eventi straordinari e hanno cercato di resistere con grande difficoltà. Per questo 2023 ci aspettiamo sostegno affinché le nostre aziende possano tornare a essere forti e sempre più competitive. Pesano alcuni fattori di incertezza, come l’evoluzione del conflitto in Ucraina, la recrudescenza dei contagi Covid su scala mondiale, l’elevata inflazione che grava sui costi di produzione delle imprese e che, riducendo il reddito delle famiglie, deprime i consumi»