«Guerra in Ucraina. Pesanti ripercussioni sull’agroalimentare»

«L’anno appena passato si pensava essere quello buono come spartiacque per il settore, dopo un periodo difficile, invece dominano ancora le incertezze, non più dovute principalmente alla pandemia, ma al conflitto in corso tra Russia e Ucraina che ha forti ripercussioni nel nostro sistema economico, ed agroalimentare soprattutto».

L’analisi è di Fabio Rossi (nella foto), presidente di Confagricoltura Umbria, che rileva come «le maggiori criticità sono ancora legate agli aumenti dei costi di produzione e di materie prime con ripercussioni su tutti i comparti con aumenti mai visti prima, dai mangimi ai fertilizzanti, energia, gasolio e metano. Nonostante la pandemia e la guerra, il Pil del settore ha segnato in Umbria una significativa ripresa anche nel 2022 e questo fa ben sperare».

A preoccupare, anche in Umbria, è però la deriva proibizionistica che il settore vitivinicolo europeo sta affrontando con l’introduzione dell’obbligo di riportare messaggi sanitari sulle etichette. «Come a preoccupare – riprende Rossi – è il Nutriscore con la decisione della Ue sulla proposta di regolamento sull’etichetta nutrizionale fronte-pacco slittata alla primavera del 2023. Non si può trascurare, inoltre, la problematica della peste suina, dovuta soprattutto dall’ampia diffusione di cinghiali e ungulati. Tra le opportunità che l’agricoltore deve cogliere per il futuro si evidenzia il sistema delle filiere che si basano sulla aggregazione e cooperazione: strada questa che anche in Umbria conduce a una maggiore sostenibilità economica. Che deve andare di pari passo con quella ambientale, con l’innovazione e la tecnologia. La tecnologia applicata all’agricoltura offre molteplici vantaggi e fondamentale in questo senso sono i patti di lavoro tra imprese ed enti di ricerca, non solo per le nuove tecniche ma per la sperimentazione tecnologica».