Luca Tonini, presidente di Cna Toscana

Gli artigiani non vedono la fine del tunnel: «Siamo sull’ottovolante, la crisi morde. L’artigianato artistico non ce la fa più»

Per gli artigiani toscani il 2021 è stato un anno sull’ottovolante: tra alti e bassi con grandi speranze e altrettante delusioni. Il presidente di Cna Toscana, Luca Tonini però è certo di un fatto: «Senza un supporto adeguato da parte delle istituzioni, anche il 2022 rischia di essere ugualmente difficile». Cna Toscana rappresenta 35mila aziende su tutto il territorio regionale, oltre 30mila artigiani pensionati, con 200 uffici aperti sul territorio. Sportelli che assistono anche imprese non associate, che trovano un porto sicuro in mezzo al mare della burocrazia e delle novità normative introdotte in tempo di pandemia.

«Nel 2021 – ha detto Tonini – in molti credevano che la crisi dovuta alla pandemia si sarebbe attenuata. Merito della campagna vaccinale così estesa, merito dei numeri dei contagi in progressiva riduzione. Forse abbiamo abbassato la guardia; il risultato è stato quello che abbiamo davanti agli occhi in questi giorni: ci siamo ritrovati nuovamente di fronte a una realtà anche peggiore della precedente».
Logico l’economia ne abbia risentito: «Molti comparti – ha detto Tonini – erano già in sofferenza: manifattura, meccanica, ma il turismo è stato il più colpito e con esso l’artigianato artistico che di turismo vive. Però c’era molta fiducia, seppure tra mille difficoltà e pochi ristori, i nostri artigiani speravano nella ripartenza». Che in parte c’è anche stata, soprattutto nell’estate con il pieno nelle località balneari della costa, e a settembre col ritorno dei turisti nelle nostre città d’arte. Poi è arrivata Omicron, a riportare nel caos le imprese toscane. «È difficile fare previsioni – ha aggiunto Tonini – sull’andamento di questo anno appena cominciato. A oggi siamo in difficoltà; ci sono state chiusure importanti e le aziende hanno il fiato grosso. Se a questo aggiungiamo situazioni contingenti come gli aumenti delle materie prime e la mancanza delle materie prime stesse, il quadro diventa delineato. In più è intollerabile non solo per le imprese ma anche per i cittadini, l’incremento dei costi dell’energia. E su questo gli artigiani sono ancor più penalizzati rispetto alla grande industria».

Come se ne esce? «Sostenendo l’impresa – ha concluso il presidente di Cna Toscana – in primis col credito. A maggio scadono le moratorie a livello bancario. Abbiamo mandato una lettera al governo in accordo con Abi per chiedere una moratoria. Nella trattativa con Palazzo Chigi c’è anche la richiesta di rinnovare la cassa integrazione straordinaria covid. Abbiamo bisogno di sostegno perché la situazione è assolutamente complicata. Basta fare un giro nel nostro capoluogo. A Firenze sono stante le chiusure. Soffrono le imprese e le famiglie. Mi aspetto anche una reazione più forte anche dalla Regione. Bene la campagna contro la pandemia e per i vaccini, ma dalla Toscana ci aspettiamo anche più attenzione alla problematica delle aziende. Stiamo ancora aspettando di essere coinvolti come associazioni di categoria sul Pnrr. Servono regole certe, ascolto. Ora più di prima i corpi intermedi sono di una importanza unica».