«Emergenza acqua e fonti rinnovabili. Subito risposte»

«Semplificazione delle procedure, più spazio per la produzione di energia da fonti rinnovabili nelle aziende agricole e azioni di contenimento dei danni da ungulati». Sono le richieste che Confagricoltura fa alla politica locale e nazionale. A fare il punto, il presidente regionale dell’associazione di categoria, Marco Neri.

Come avete vissuto il 2022?

«È stato un anno particolare, in cui sono emerse tante difficoltà a livello economico e sociale. Il problema maggiore è stato l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. Ci sono state inoltre criticità importanti nel reperire manodopera soprattutto in alcuni settori, sia per mancanza di qualificazione che per i costi degli oneri sociali. I rincari sono stati maggiori nei settori dell’ortofrutta, del latte, oltre che dell’allevamento ovino e bovino, dove servono tanta manodopera e molte materie prime. Infine abbiamo il gravissimo problema degli ungulati e dei predatori, che impone una politica vera di contenimento».

Siccità e cambiamento climatico, come affrontarli?

«Occorre un cambio di passo. Serve una politica dedicata all’acqua e all’approvvigionamento idrico, altrimenti avremo ripercussioni sempre più pesanti. È essenziale creare degli invasi per garantire acqua a costi accessibili e questo è possibile solo con un intervento pubblico che possa agevolare la parte burocratica e le pratiche, oggi estremamente complesse».

Cosa vi aspettate per il 2023?

«Ci sta molto a cuore la produzione di energia «green». L’agricoltura dovrebbe essere guardata come una grande risorsa per la produzione di energia eolica, solare e a biomasse. Tutti elementi che potrebbero rappresentare per l’agricoltore un’integrazione al reddito come già accade per l’agriturismo. Per ora però le pratiche sono farraginose e limitative: serve un approccio facilitatore e ci auguriamo che il nuovo anno possa registrare passi avanti».

Cosa chiedete alla politica regionale, nazionale ed europea?

«Di far sì che le risposte siano più contemporanee, non basate su scelte e scenari passati. Oggi stiamo applicando norme Ue pensate almeno cinque anni fa e questo, dopo il Covid e la guerra, non è più possibile. Invitiamo anche la politica a fare un uso più intenso e attivo della scienza. In Toscana abbiamo l’Accademia dei Georgofili, che è una risorsa enorme e ovviamente ci sono le Università. Le decisioni politiche importanti devono essere prese non seguendo sentori politici e sociali, ma su basi scientifiche».