È arrivata l’ora di far crescere gli stipendi: agite sul cuneo fiscale

Alessandro Spada invoca «una visione». A tutti i livelli. Alla guida di Assolombarda dal maggio del 2020, dal suo osservatorio privilegiato spazia con lo sguardo nel vasto orizzonte dei mercati internazionali, dove le oltre 7mila industrie lombarde combattono la giusta battaglia della crescita e della competitività. Perché, al netto delle ganasce troppo spesso poste dallo Stato al “made in Italy“, in questi anni le imprese hanno saputo innovare e conquistare business e nicchie inesplorati.

Presidente, lei parla spesso di “fisco come leva di crescita”. Quale svolta serve?

«La riforma del fisco, che il Governo ha indicato fra i suoi obiettivi, concordati con l’Unione Europea nell’ambito del PNRR, è ormai indifferibile. Dobbiamo avere un fisco competitivo, cioè stabile nel tempo e coerente, in linea con quello dei Paesi nostri competitor, semplice per quanto possibile e auspicabilmente meno oneroso dell’attuale. Al riguardo, in materia di Ires, abbiamo proposto di introdurre una tassazione a doppia aliquota basata su due momenti impositivi diversi: quello della produzione dell’utile, come avviene oggi, e quello della sua distribuzione. Fissare queste due aliquote al 17% e al 7% costerebbe circa 3 miliardi di euro, importo che salirebbe a 4,5 miliardi di euro se le aliquote fossero 15% e 9%».

Che voto dà all’ultima legge di bilancio da 1 a 10. Si poteva fare meglio? Quali i punti di forza e quali gli errori?

«Noi non diamo i voti. Pensiamo che un Governo da poco insediato non potesse fare di più con i limiti che aveva. Ho sentito evocare, a più riprese, misure shock che non tenevano in considerazione le limitate risorse. Bene aver destinato 21 miliardi su 34 destinati al capitolo energia, tuttavia è anche arrivato il tempo di agire sul versante dei salari attraverso un forte intervento sul cuneo fiscale nella sua componente contributiva».

Cosa serve fare nel medio-lungo periodo sul tema energia?

«La nostra volontà è che il Governo faccia un vero scatto in avanti sul tema dell’indipendenza energetica. Per fare questo dobbiamo ripensare al mix di fonti energetiche da cui attingere. È necessario partire dal concetto della neutralità tecnologica, aperta a tutte le fonti energetiche pulite: bisogna portare a termine la costruzione dei rigassificatori, dei termovalorizzatori, e soprattutto occorre riprendere gli studi sul nucleare, oltre a investire nell’idrogeno».

PNRR, la svolta attesa per tutta Italia. A che punto siamo?

«Dobbiamo accelerare riducendo il più possibile i tempi della burocrazia. Il piano è una grande opportunità per attuare i cambiamenti strutturali necessari per competere con le regioni più importanti d’Europa, ma per conseguire le attività e i risultati delle misure entro le scadenze previste dall’UE dobbiamo imparare a ragionare come sistema: imprese, istituzioni, associazioni di categoria, università e cittadini».

La sua idea di investire sui collegamenti all’interno dell’area metropolitana di Milano finora sembra sua rimasta nel cassetto. Ci spera ancora?

«Assolutamente, più che sperarci, ci contiamo. È una necessità. Il Trasporto pubblico locale (TPL), così come le infrastrutture funzionali per sostenerlo, ricopre un ruolo cruciale anche in ottica di Milano città metropolitana. Così come lo è la realizzazione di un sistema moderno di mobilità collettiva, intermodale e integrata con il suo hinterland, per favorire anche la circolazione delle merci, in Italia e in Europa».

Quali prospettive di crescita per la Lombardia e l’Italia più in generale nel 2023?

«Le stime sul Pil lombardo del 2023, pur superiori rispetto a quelle nazionali, danno notizia di un rallentamento. La difficile congiuntura dei mesi scorsi, d’altra parte, ha imposto grandi sacrifici alle aziende, con ricadute che ancora oggi condizionano le loro performance. Se non agiamo subito il motore dell’economia italiana, la Lombardia, rischia di rallentare e, in alcuni casi, di spegnersi, con un impatto su tutta l’Italia attraverso le filiere produttive».

Quale messaggio vuole mandare agli imprenditori?

«Le nostre aziende hanno dimostrato di saper cogliere le sfide offerte dai tempi: hanno investito in innovazione e in digitalizzazione ma hanno anche dato vita a una nuova cultura del fare impresa che si concretizza in una forma di responsabilità sociale con importanti ricadute sulla collettività tutta. Dobbiamo continuare in questa direzione».