Dall’intelligenza artificiale al green. La rivoluzione della Proteo Engineering

QUARANT’ANNI FA nasceva a Spilamberto la Proteo Engineering Group. L’ingegner Stefano Guidarini, presidente Proteo Engineering Group spiega quali sono le tappe principali della crescita che ha portato l’azienda a posizionarsi tra i principali partner strategici della manifattura emiliana per la rivoluzione 5.0: «Proteo Engineering è nata oltre quarant’anni fa a Spilamberto, tra il distretto ceramico e la packaging Valley emiliane, posizionandosi sin dagli esordi come un marchio all’avanguardia per l’impiantistica e l’automazione industriale – spiega Guidarini –. In questa terra ricca di opportunità produttive e di competenze diffuse, i fondatori della società hanno saputo cogliere i giusti segnali dalle imprese locali, realizzando servizi e soluzioni capaci di accompagnarle nella crescita. Abbiamo cominciato fornendo armadi e quadri elettrici, nonché tecnologie sempre più innovative: quando Industry 4.0 era ancora lontana, le aziende manifatturiere più strutturate già richiedevano sistemi in grado di snellire e velocizzare i processi, promuovere l’efficienza nella produzione e aumentare la competitività. Il consolidamento di Proteo Engineering come partner strategico per la rivoluzione 5.0 è certamente il risultato della nostra consuetudine con settori industriali ad alto contenuto tecnologico, dell’investimento costante in R&D e di un team di ingegneri e tecnici specializzati in informatica industriale, controllo dei processi e automazione».

Nel 2018 l’azienda è entrata a far parte del Gruppo Marchesini, la multinazionale leader mondiale nelle macchine per il packaging farmaceutico e cosmetico: l’ingresso le ha conferito un posizionamento tra le realtà imprenditoriali più performanti a livello gestionale, affidabili a livello finanziario e sostenibili, e ha spalancato incredibili opportunità nel settore farmaceutico e cosmetico, consentendo alla società di ampliare l’orizzonte, per lo più orientato al mondo ceramico e alimentare. Un’occasione per conquistare la fiducia di un numero crescente di clienti, anche a livello nazionale. «A nostra volta, abbiamo acquisito quote di maggioranza della bolognese M-Point, specializzata in sviluppo software PLC, soluzioni di AI e motion control e di C.A.T. Progetti, noto marchio per quadri elettrici e tecnologie di monitoraggio dei processi», spiega Guidarini.

Qual è la vostra offerta di prodotti e servizi oggi, a quarant’anni dalla fondazione della società?

«Progettiamo e realizziamo impiantistica elettrica industriale, automazione industriale avanzata e impianti fotovoltaici. Per Industry 4.0 e 5.0, prodotti per il controllo di processo, robotica, automazioni per dosaggio, pesatura e trattamento di soldi e liquidi, raccolta dati, sistemi Mes e per il controllo qualità, soluzioni per la logistica e applicazioni di Intelligenza artificiale per l’industria».

Quali sono le strategie di sviluppo della vostra azienda?

«La strategia di sviluppo dell’azienda segue i principi cardine di Industria 5.0, investendo principalmente in tecnologie avanzate che permettano alle imprese di essere sostenibili e resilienti: progetti di digitalizzazione e di applicazioni della AI, principalmente. È questa la strada per reggere la sfida di mercati sempre più complessi e di obiettivi climatici sempre più stringenti. Da esperti di power e automation siamo diventati acceleratori della ’AI r#evolution’ della fabbrica per riprendere il titolo del convegno che abbiamo organizzato lo scorso novembre al Museo Enzo Ferrari di Modena, dove l’AI significa visione artificiale, soluzioni predittive, supporto decisionale, trasferimento di competenze: solo le imprese che sposeranno i principi di Industria 5.0 riusciranno ad aumentare la loro competitività e noi vogliamo continuare ad affiancarle. D’altronde l’intelligenza artificiale è una innovazione rivoluzionaria che offre potenzialità enormi: permette di risolvere problemi che fino a qualche anno fa erano insormontabili. Sta a noi immaginare e realizzare applicazioni per implementarle, specialmente nel settore industriale. In questo senso, chi sviluppa progetti di AI deve in qualche modo diventare ‘imprenditore’, lavorando di coraggio e fantasia per realizzare quei sistemi di cui l’impresa si gioverà nel concreto».

Quali sono le principali richieste sulle New Technologies ed in particolare sull’AI?

«Negli ultimi mesi, le richieste degli imprenditori ci portano a coniugare gli ormai ‘tradizionali’ sistemi di digitalizzazione per la produzione, la logistica e la raccolta dati con tecnologie AI, al principale scopo di colmare le principali criticità determinate dalla stessa transizione tecnologica: la mancanza di tempo, il consolidamento dell’esperienza e la formazione di competenze. A titolo esemplificativo, parliamo quindi di sistemi per il controllo di qualità, per l’ispezione visiva e automatizzata, per il monitoraggio. Sistemi per l’ottimizzazione dei processi, per la previsione e la gestione risorse, sistemi per la condivisione di conoscenze e competenze, per l’automazione dei processi di inserimento nel contesto lavorativo, per l’apprendimento e l’analisi delle prestazioni».

La vostra crescita si coniuga anche alle regole della sostenibilità?

«La conversione green è parte integrante del nostro business, anzi riteniamo che New Technologies e sostenibilità siano due facce della stessa medaglia. Per Proteo Engineering la sostenibilità è un reale punto di forza dell’azienda che si concretizza in strategie precise, scelte di investimento e standard di lavoro. Da qualche anno abbiamo costituito un ramo d’impresa che si occupa di energie rinnovabili, in particolare di impiantistica per l’energia solare».