Agricoltura nelle Marche

Coldiretti Marche: «Clima, pandemia e rincari. Sosteniamo la filiera per ripartire davvero»

Il settore primario nelle Marche ha dato importanti segnali di crescita anche se l’andamento è stato condizionato dalla pandemia, come ci ha detto la presidente di Coldiretti Marche Maria Letizia Gardoni: «È indubbio che le incertezze legate alla pandemia abbiano colpito in maniera pesante anche il nostro settore, che tra l’altro, nel corso dell’anno, ha subito anche le ricadute di un andamento climatico quanto mai anomalo, fatto di lunghi periodi siccitosi, gelate in tarda primavera, afa estiva e una media di oltre un evento meteo straordinario e violento al mese come grandine, piogge, trombe d’aria. Questo ha significato, pur mantenendo alta la qualità, una minor produzione di olio (-17%) e di vino (-10%), ad esempio. La ripresa estiva del flusso turistico e dei consumi c’è stata, ma non è stata sufficiente per colmare le perdite economiche precedenti e che ancora persistono: l’export del vino, ad esempio, fa leggermente meglio dell’anno scorso (+1%), ma è ancora un 5% in meno rispetto al 2019. Il finale dell’anno ci ha messo di fronte al caro energetico. Gli effetti sono sull’intera filiera agroalimentare con rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio, i rincari di fertilizzanti (+143%), l’impennata del gas. Tutto questo, nel settore della pesca, si aggiunge a rincari sulle concessioni demaniale di capanni e rimessaggi che arrivano fino al 700%. Nonostante tutto questo gli agricoltori marchigiani sono ancora in piedi: con il loro lavoro hanno saputo garantire l’indipendenza alimentare delle famiglie e a mantenere aperte le proprie attività ».

Tanti sono i dossier aperti che riguardano gli agricoltori nel 2021 e che vi impegneranno anche nel 2022?
«La peste suina è uno dei molteplici aspetti di una questione annosa: il sovrannumero della fauna selvatica. Soprattutto la popolazione di cinghiali, che sono responsabili del 75% dei danni in agricoltura e rappresentano un pericolo costante per la viabilità stradale, è cresciuta a dismisura, approfittando dell’insensato e colpevole stop della caccia di selezione durante il lockdown e le zone rosse. La situazione non è più sostenibile da tempo, sono intollerabili ulteriori ritardi. C’è poi tutta la partita che riguarda la ripresa dopo la crisi pandemica. Al momento le aziende agricole sono alle prese con i rincari delle materie prime e dei carburanti, mentre quelle in qualche modo legate direttamente o indirettamente al canale horeca subiscono cali di fatturato. Basti pensare agli agriturismi, per i quali abbiamo inoltrato alla Regione Marche una serie di proposte da inserire nella nuova legge di riordino del settore, per dare a queste strutture maggiori spazi di azione, riconoscendo loro una valenza che valica quella dell’attività economica e riveste un valore sociale di tutela dell’ambiente e di gestione del territorio, attraverso l’attrattività turistica».

Altri temi in agenda?
«Il recepimento a livello regionale della legge contro le pratiche sleali, il perfezionamento della legge sull’agricoltura sociale, il prosieguo delle attività di gestione delle acque irrigue e di uso domestico, senza escludere la possibilità di invasi di raccolta per far fronte ai periodi di siccità. Il 2022 sarà anche l’anno nel quale consolideremo le tante iniziative che ci vedono protagonisti: dall’educazione alimentare del Progetto Scuola, che prevede ore di laboratori su agricoltura e alimentazione, biodiversità e ambiente, all’implementazione della rete e delle attività di Campagna Amica».

Quali iniziative state attuando nel cratere del sisma?
«Ci siamo battuti per far riaprire le graduatorie del Bando Sisma 2018 in modo da soddisfare le richieste di tutte le aziende. Dobbiamo mettere nelle condizioni le imprese agricole di poter fare investimenti in macchinari e attrezzature che guardino anche a un futuro più green e meno impattante, punti vendita aziendali e, in generale, di poter rilanciare tutto il nostro entroterra. Le risorse ci sono, vanno spese».