Cna Marche: «La ripartenza va accompagnata per sostenere le imprese manifatturiere»
«Il 2021 sarà ricordato come l’anno dei vaccini e della ripresa economica», afferma la Cna Marche. «Quelli che ci siamo lasciati alle spalle – sostengono il presidente Paolo Silenzi e il segretario Otello Gregorini (nella foto)– sono stati mesi di crescita e di recupero di competitività, dopo la profonda crisi dell’anno precedente. Il rimbalzo positivo ha riguardato un po’ tutti i settori, ad eccezione del sistema moda, che rimane ancora in sofferenza, del commercio e dei trasporti. Sul sistema produttivo marchigiano non si sono ancora fatti sentire gli effetti dei finanziamenti del Pnrr. Ci auguriamo che vengano messi a terra il prima possibile e che le associazioni di categoria vengano coinvolte nella definizione e nella gestione dei progetti per il nostro territorio».
Le Marche sono da sempre una delle regioni più artigiane d’Italia. Come va per le imprese del settore?
«Purtroppo, se le imprese marchigiane nel complesso registrano un tasso di crescita pari allo 0,50 per cento, grazie a 8.289 iscrizioni a fronte di 7.450 cessazioni, non altrettanto si può dire delle aziende artigiane registrate, che nel 2021 hanno un tasso di crescita negativo (-1,57) dovuto a una netta prevalenza delle cessazioni sulle iscrizioni di nuove imprese (3.283 contro 2.598). In ogni caso l’artigianato resta uno dei settori trainanti per le Marche, con le sue 42.988 imprese registrate e 150mila occupati. Inoltre va detto che le microimprese secondo i dati del nostro Centro Studi, hanno aumentato nel 2021 i ricavi in media del 25 per cento rispetto al 2020, recuperando i livelli medi dei ricavi precedenti la pandemia. Tra le note liete c’è anche l’export, che nei primi nove mesi del 2021 è aumentato del 12,7 per cento, passando da 7,9 a 8,9 miliardi di euro. Un aumento che sale al 24,9 per cento, se si esclude il settore farmaceutico, che ha perso il 37,7 per cento».
Dal vostro osservatorio privilegiato, il 2022 sarà un anno di ulteriore consolidamento della ripresa economica, o temete una nuova frenata?
«Sull’anno che è appena cominciato si sta addensando qualche nuvola. L’impennata dei costi energetici, la pandemia che pare non voler allentare la morsa e un’inflazione vicina al 4 per cento, che rischia di frenare i consumi, sono elementi di preoccupazione. Ma vi sono anche aspetti che inducono a essere ottimisti. Riteniamo che le scelte fatte sull’obbligo vaccinale sul Super Green pass, possano favorire il controllo della pandemia e un graduale ritorno alla normalità, senza nuove chiusure o lockdown. Soprattutto serve fiducia, un elemento indispensabile per far girare l’economia. I prossimi mesi saranno fondamentali da questo punto di vista».
Cosa chiedete al governo e in generale alla politica e alle istituzioni?
«Intanto chiediamo che si prosegua sulla strada intrapresa per mettere sotto controllo la pandemia, in modo da arrivare al più presto in una fase nella quale sia possibile convivere con il Covid, senza rischi di chiusura e senza impatti negativi sul lavoro e sulla produzione. È importante non solo un rilancio della produttività delle imprese manifatturiere, ma va fatto anche ripartire il sistema turistico e tutto quello che vi gravita intorno, dalle attività agroalimentari a quelle enogastronomiche, balneari, culturali e artistiche. Sul fronte dei costi dell’energia riteniamo che vada fatto ogni sforzo come Paese e come Europa per ritornare a condizioni di mercato accettabili. Adesso non lo sono. Nei bilanci delle nostre aziende le spese per l’energia sono triplicate e molte stanno lavorando in perdita in attesa che passi la nottata. Infine la gestione del Pnrr».
Cosa ci dite?
«Vogliamo evitare che le piccole imprese siano lasciate ai margini degli interventi. Le piccole imprese sono il 95 per cento delle imprese marchigiane ed oltre il 90 per cento in Italia e nei progetti del Pnrr non si può prescindere da un loro coinvolgimento».