«Alte temperature. L’agroalimentare è sempre a rischio»

Dalla guerra in Ucraina agli eventi calamitosi legati al cambiamento climatico, fino alla crisi energetica e all’aumento dei costi. Il 2023 non sembra partire con i migliori auspici. A fare il punto è la presidente di Coldiretti La Spezia, Sara Baccelli. «Se il 2022 ci ha insegnato qualcosa è di non dare nulla per scontato. L’innovazione e il ricorso all’ausilio di nuove tecnologie anche in campo agricolo e ittico. Ad essere ancora penalizzata è la viticoltura, la cui riforma permetterebbe un maggiore sviluppo».

Vi preoccupa l’impatto che possono avere i frequenti sconvolgimenti climatici sul lavoro delle aziende?

«Certo. La principale preoccupazione è che le alte temperature possano pesare sul comparto agroalimentare anche nella prossima stagione. Sia la siccità che gli eventi calamitosi degli scorsi mesi hanno colpito buona parte delle nostre imprese, con forti ricadute per il settore zootecnico, la cui resa di foraggio si è dimezzata, ma anche per le aziende olivicole e il settore ittico».

Il 2023 non nasce sotto i migliori auspici per il settore della pesca e dell’acquacoltura, le cui aziende si vedranno aumentare i canoni demaniali marittimi del 25%, cosa fare?

«L’aumento Istat non si può cambiare, ma di fronte a incrementi come questi riteniamo necessaria una revisione dell’adeguamento per ridurre gli aumenti dei canoni. Come Coldiretti ci siamo attivati a livello regionale per richiedere un decreto che diminuisca l’entità del canone. Per sostenere le imprese, oltre agli aiuti e agli sgravi, è poi importante permettere una maggior valorizzazione del prodotto locale, insieme a una doverosa e indispensabile riduzione dei costi dei carburanti. Ci auguriamo che all’interno del nuovo Feampa figurino anche misure più attinenti a quella che è la realtà del territorio».